Rete Invibili - Logo
Giustizia: quando le carceri italiane scoppiano
Valerio Pieroni
Fonte: E-Margherita, 19 settembre 2005
19 settembre 2005

Le carceri italiane stanno scoppiando. Quindi per migliaia di detenuti, extracomunitari e non, alla pena della detenzione si aggiunge quella di passare la reclusione in condizioni al limite della decenza, in celle sovraffollate e in condizioni igieniche a dir poco inadeguate.

In passato infatti gli istituti carcerari non sono mai stati così sovraffollati: un comunicato Ansa di qualche ora fa parla di un record di presenze degli ultimi dieci anni di 59.649 detenuti in 207 istituti, mentre invece il massimo regolamentare di detenuti a livello nazionale è di 42.959 detenuti.

Questi dati sono stati forniti dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e, aggiornati al 31 agosto 2005, mostrano una situazione a dir poco imbarazzante per il nostro paese: in molte regioni - come la Campania, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, la Toscana, il Trentino Alto Adige e il Veneto - è stato superato addirittura il limite massimo consentito.

Quindi, in media, per ogni stanza con 3 posti disponibili vi sono 4 detenuti; solo questo dato, inserito nel contesto della maggior parte delle strutture, è già di per se esauriente di questo grande problema, che comporta - lo ripeto ancora una volta - gravi conseguenze sia per le condizioni dei detenuti che per le condizioni delle persone che lavorano all'interno degli istituti di pena.

Il nostro partito, su questa tematica, si è sempre trovato in prima linea per sensibilizzare l'opinione pubblica. Il 20 aprile 2005, presso i locali della Camera, si era svolta una iniziativa bipartisan promossa dall'on. Roberto Giachetti in cui erano stati proiettati un film documentario di Ivano De Matteo, "Codice a Sbarre", e 90 foto diapositive di Stefano Montesi scattate negli istituti carcerari romani di Rebibbia e Regina Coeli. Speriamo che il dibattito sull'amnistia o sull'indulto venga ripreso al più presto nella prossima legislatura e che possa almeno essere utile ad affrontare e a riformare radicalmente la situazione carceraria italiana. Tutto questo anche per migliorare la sicurezza dei cittadini, perché se è vero che il carcere ha effettivamente una funzione di rieducazione e di reinserimento sociale al termine della pena - cosa che del resto oggi sicuramente non ha - vi saranno di sicuro meno delinquenti nella società.