Il Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze Franco Corleone ha annunciato di voler iniziare un digiuno come forma di protesta per la situazione degli istituti penitenziari italiani, con particolare attenzione a quello toscano di Sollicciano. Una iniziativa forte, "per non essere complici". La decisione ha trovato subito il sostegno dell'Arci che condivide "pienamente" l'appello del Garante e che in una nota ha denunciato "l'assoluta inadempienza del governo e del Dipartimento centrale dell'Amministrazione Penitenziaria riguardo la messa in opera di quanto dettato dal Regolamento di esecuzione dell'Ordinamento Penitenziario (Dpr 230 del 2000), sulla carta in vigore da 5 anni".
Alla base della protesta di Corleone la situazione - divenuta intollerabile - delle carceri italiane: sovraffollamento, impossibilità di un recupero sociale, non ultima la probabile approvazione della legge Cirielli sulla recidiva.
"Chiediamo con forza ascolto e coerenti atti legislativi sul pacchetto di prime proposte di "civilizzazione" del carcere, rinnovate dal Garante Franco Corleone e da sempre sostenute da noi, attraverso il lavoro del settore carcere coordinato da Giancarlo Parissi, e dalle altre forze del volontariato e dell'associazionismo impegnate nel settore dell'esecuzione penale: 1) istituzione a livello nazionale (con legge dello Stato) del Garante per i diritti delle persone private della libertà personale, 2) diritto all'affettività per i detenuti, 3) diritto di visita nelle carceri per i sindaci e i presidenti di provincia", denuncia l'Arci che si rivolge alle Istituzioni locali "perché raccolgano tali proposte e appoggino l'iniziativa del Garante!". "Sulla questione carcere la misura è colma da tempo e appare doveroso rafforzare un comune impegno di civiltà".
Sulla questione è intervenuto anche Sergio Segio che ha proposto di mettere in rete le energie individuali, organizzando un "digiuno a staffetta" assieme a Corleone, "per sollecitare le forze politiche dell'attuale governo a una concreta se pur tardiva resipiscenza e quelle di opposizione, che si candidano a governare nella prossima legislatura, a prendere posizione e impegni precisi per riportare dignità e diritti nelle carceri, a smettere di considerare la pena reclusiva come la scorciatoia privilegiata per ogni problema e lacerazione sociale, rafforzando invece le politiche sociali e riprendendo quel "piccolo Piano Marshall" per le carceri, teso a rafforzare il reinserimento sociale e le opportunità lavorative, la formazione e la prevenzione, che avevamo proposto nel 2000 e che, dopo le iniziali promesse, era stato disatteso dall'allora governo, nonostante fosse sostenuto da un amplissimo cartello di forze sociali, sindacali, associative". "Il carcere - conclude Segio - è stanco di parole". Altre iniziative sul tema del carcere sono previste nei prossimi giorni: a Venezia, ad isola di San Servolo, il 17 e 18 settembre si svolgerà la Festa del volontariato penitenziario mentre a Roma il 19 l'incontro promosso dai Radicali "Il carcere è illegale?".