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Non abbiamo nulla e siamo lasciate sole
Protesta delle detenute di Castrogno
Fonte: Il Messaggero, 3 Settembre 2005
3 settembre 2005

Dal carcere di Castrogno arriva una nuova protesta. Questa volta, però, da parte delle detenute del reparto femminile, che lamentano, in una lettera, "condizioni di isolamento e totale inerzia, in cui manca anche lo stretto necessario, come carta igienica, disinfettante, assorbenti e, da alcuni giorni, anche i sacchetti per la spazzatura". "La visita di uno sconosciuto assessore regionale (quella di Betty Mura n.d.c. ) ci ha solo illuse - dicono - visto che non siamo riuscite ad avere alcun tipo di contatto e neppure le detenute non in cella, che aspettavano nell'aria lager, hanno potuto dialogare con l'assessore, poichè era stato precedentemente negato". Nella lettera c'è anche scritto che, in occasione della visita, all'interno del carcere "sono stati sostituiti arredi fatiscenti e ripuliti locali inutilizzati da anni come la palestra". Una vita ancora più difficile per le detenute di Castrogno, sulle quali gravano non solo la pena, ma anche la condizione in cui sono costrette a stare. "Inoltre - aggiungono -, abbiamo letto che esiste una fantomatica associazione di volontariato che sarebbe presente spesso all'interno del carcere e curerebbe le nostre problematiche. Ci teniamo, però, a far sapere che non abbiamo la più pallida idea di chi possano essere questi sedicenti "missionari"". Eppure, proprio ieri, è arrivato un comunicato dell'associazione di volontariato per istituti penitenziari "Verso il futuro", che prende le difese della casa circondariale e ribadisce che, a Castrogno, operano tre psicologi, quattro assistenti sociali ed un servizio di guardia medica. "I volontari dell'associazione sono profondamente offesi - replicano -. Negli ultimi cinque mesi, tra mille difficoltà, abbiamo realizzato diverse cose, tra le quali anche un matrimonio in Municipio".