Un altro fascicolo aperto dalla magistratura locale su fatti avvenuti nel carcere di borgata Aurelia. Questa volta a finire nel mirino della procura della Repubblica di Civitavecchia sono stati tre agenti di custodia, iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di lesioni, minacce e violenza privata. A far scattare questa nuova indagine è stato un noto pregiudicato, Massimiliano Ceccacci, conosciuto in città col nomignolo "Biribino", rinchiuso in una cella del penitenziario dopo essere stato condannato per una rapina compiuta all'hotel Traghetto. Il Ceccacci, difatti, ha raccontato di essere stato picchiato violentemente da tre agenti, fornendo anche indicazioni e descrizioni sui suoi presunti aggressori. Ha raccontato tutto al sostituto procuratore Pantaleo Polifemo, il quale ha aperto un'inchiesta.
L'episodio è avvenuto l'8 agosto scorso e ad accorgersi di quanto era successo è stato il padre di Massimiliano, Idoletto Ceccacci, anch'egli noto pregiudicato locale. Quest'ultimo era andato in visita dal figlio per un colloquio in carcere, ma gli agenti gli hanno detto che era assente in quanto era stato accompagnato in ospedale su sua stessa richiesta. Ma Idoletto Ceccacci ha voluto vederci chiaro ed ha scoperto che il figlio, secondo quanto poi esposto nella denuncia presentata dall'avvocato Giuseppe Cicoria, in realtà era stato tradotto al nosocomio cittadino per farsi curare le ferite causate dalle percosse dei tre agenti. Il referto medico che è stato allegato al fascicolo della magistratura, a quanto pare confermerebbe questa tesi. Massimiliano Ceccacci poi nel resoconto fornito al magistrato inquirente, ha raccontato di essere stato accompagnato presso l'infermeria del carcere dove doveva prendere una medicina, e già lì, di fronte ad un medico, il brigadiere che lo ha accompagnato lo avrebbe schiaffeggiato più volte. Poi, invece di essere riportato in cella, è stato portato in isolamento, e lì lo stesso brigadiere ed altri due agenti lo avrebbero picchiato violentemente.
Ceccacci ha anche aggiunto di averli avvisati che avrebbe denunciato l'accaduto, e gli agenti lo hanno a loro volta minacciato che se avesse raccontato tutto per lui sarebbero sorti guai peggiori. Intanto il sostituto procuratore Polifemo ha individuato i presunti autori del gesto, a cui è risalito grazie alla descrizione fornita dallo stesso Ceccacci, e per loro è quindi scattata l'iscrizione nel registro degli indagati, mentre Massimiliano Ceccacci è stato nel frattempo trasferito al carcere di Frosinone.