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Orvieto: detenuto di 30 anni si uccide in cella di isolamento
Fonte: Radio Carcere, 25 luglio 2005
25 luglio 2005

Un gruppo di persone detenute nel carcere di Orvieto scrive a Riccardo Arena, direttore di Radio Carcere: "Carissimo Riccardo, la mattina del 23 luglio abbiamo appreso che un nostro compagno si è tolto la vita mentre era rinchiuso nella cella di isolamento del carcere di Orvieto. Si chiamava Danilo Esposito, aveva 30 anni, doveva scontare solo 2 anni e 1 mese di pena e lascia tre bambini.
Questo tragico evento potrebbe anche non interessare: tante persone che credono che in carcere ci sono solo camorristi, pedofili e assassini. Ma invece questa è una tragedia che dimostra, ancora una volta, che la maggior parte dei detenuti è gente finita per disgrazia nell'illegalità.
Danilo era in carcere per una serie di furti. Era stato abbandonato da tutti e anche da tutte le "strutture" che in carcere avrebbero potuto aiutarlo. Il medico del carcere di Orvieto aveva detto che Danilo simulava la sua malattia, ma noi vorremmo sapere come si fa a simulare gli attacchi di epilessia che aveva Danilo. Le uniche cure che Danilo aveva ricevuto prima di uccidersi sono un cocktail di psicofarmaci che lo facevano dormire. L'ultimo atto di questa tragedia si è consumato domenica 22 luglio, quando Danilo alle ore 21.00 è andato in infermeria.
Danilo è risalito in cella dopo 20 minuti e ha iniziato a fare baccano, perché il medico gli aveva detto che fingeva di essere malato. Allora Danilo per protesta si è lanciato con la testa contro il muro per ben due volte, urlando che avrebbe fatto lo sciopero della fame e della sete pur di essere ascoltato. Le guardie, per tutta risposta, lo hanno messo in una cella di isolamento. Erano le 23.10 di domenica 22 luglio. Durante la notte Danilo urla e chiede aiuto ma tranne i detenuti nessuno lo sente. Poi le urla di Danilo cessano. Danilo si era ucciso".