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Ancona: 32 enne tenta suicidio, ha elettroencefalogramma piatto
Fonte: Il Messaggero, 8 giugno 2005
8 giugno 2005

La speranza di salvezza è solo un filo sottile come il tracciato dell'elettroencefalogramma, ormai piatto. Si è impiccato nel carcere di Montacuto Andrea Novelli, il 33enne di Sirolo che tre anni fa uccise a bastonate Franco Barbadoro, l'ex operaio della Fincantieri di Ancona, nei pressi delle Cave. Il detenuto, soccorso dagli agenti della polizia penitenziaria prima e dalla Croce gialla di Ancona poi, è stato subito trasportato al pronto soccorso di Torrette. Attualmente si trova in rianimazione, in fin di vita. I medici hanno rinviato qualsiasi valutazione del quadro clinico a questa mattina.
Il gesto disperato, frutto di una mente sconvolta e allucinata (i periti avevano ritenuto Novelli semi-infermo di mente), ieri pomeriggio attorno alle 14. L'uomo si è impiccato nella sua cella singola utilizzando le lenzuola del proprio letto. Solo il pronto intervento degli agenti di polizia penitenziaria ha scongiurato la morte immediata, ma i legacci intorno al collo hanno bloccato, con il sangue, l'afflusso di ossigeno al cervello, danneggiandolo in maniera forse irreversibile.
Andrea Novelli, muratore, era un ragazzo difficile e disturbato. Vedeva tutti con occhi ostili, riusciva a convivere con se stesso soltanto nella "sua" grotta sul Conero in cui - in preda ad un'ossessione mistica - andava a pregare arrancando con un bastone in compagnia del suo cane lupo. Franco Barbadoro, che allora aveva 52 anni ed era andato in pensione da cinque mesi, ebbe il solo torto di imbattersi con Novelli impegnato nella sua sola escursione mistica. Forse solo uno sguardo mal interpretato, o forse nulla. Il sirolese colpì con il bastone immaginando che l'altro, impegnato nel riparare la sua auto, gli avesse fatto chissà quale affronto. L'omicidio avvenne il 7 settembre 2002 e il giudice di primo grado inflisse 14 anni all'imputato riconoscendo proprio l'attenuante della seminfermità mentale. Pena poi confermata in appello.
Andrea Novelli, subito auto-accusatosi dell'omicidio, in un primo momento disse di aver picchiato a morte Barbadoro per vendicarsi con l'ex operaio del cantiere, che alcuni mesi prima lo avrebbe malmentato ed umiliato davanti ad un gruppo di persone. Accuse risultate completamente inventate durante le indagini e partorite dalla mente di una persona giudicata paranoica, psicotica e tendente al delirio dagli psichiatri che lo hanno analizzato. Il Novelli arrivò anche a dichiarare di aver ucciso dopo aver sentito la voce del diavolo, uno stato mentale talmente sconvolto che richiese una lunga detenzione nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino. Poi il miglioramento, per cui è stato deciso il trasferimento nel carcere di Montacuto in modo che la famiglia e il suo avvocato Gianni Marasca potessero stargli più vicino. Nel frattempo i due processi hanno delineato uno scenario tragico con due vittime: ovviamente Barbadoro, il "gigante buono" sempre pronto ad aiutare tutti ed incapace di fare del male ad una mosca, e lo stesso Novelli, perseguitato dagli spettri della sua mente malata. Spettri che ieri lo hanno portato ad impiccarsi in cella. I medici del pronto soccorso di Ancona hanno riscontrato al detenuto un prolungato arresto cardiaco (poi il cuore ha ripreso a battere) e un edema celebrale. La prognosi è riservatissima e il ragazzo si trova sospeso tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione di Torrette, piantonato dagli stessi agenti della polizia penitenziaria che hanno tentato di salvarlo.


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Aggiornamento - Ansa, 10 giugno 2005

Ancona: morto il detenuto che tre giorni fa tentò il suicidio

È morto stamani nella rianimazione clinica dell'ospedale di Torrette di Ancona Andrea Novelli, il detenuto di 33 anni che il 7 giugno scorso aveva tentato di impiccarsi con un lenzuolo nella sua cella del carcere di Montacuto. Le sue condizioni erano subito apparse disperate. Novelli era stato condannato in secondo grado a 14 anni di reclusione per aver ucciso a bastonate, a Sirolo, un vicino di casa. L'imputato era stato riconosciuto dai giudici seminfermo di mente.