Rete Invibili - Logo
Sulmona: il carcere dei suicidi provoca una bufera su Castelli
Fonte: Il Manifesto, 30 aprile 2005
30 aprile 2005
Un altro detenuto si toglie la vita nel supercarcere abruzzese. È il settimo in due anni. La procura apre un'inchiesta "per istigazione al suicidio". L'opposizione parlamentare chiede le dimissioni del ministro della giustizia. Il quale vola a Sulmona e annuncia "misure forti". Poi sdrammatizza: "Non merita sicuramente la nomea di carcere maledetto"
La catena di morte non si interrompe. Il supercarcere di Sulmona sempre più scenario di drammi di vita. L'altro ieri, Francesco Vedruccio, 36enne di Squinzano, in provincia di Lecce, è stato trovato impiccato alla finestra del bagno. È il settimo suicidio nel penitenziario abruzzese in due anni. L'uomo stava scontando una condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso, rapina, estorsione e spaccio. Ha stretto il cordone della tuta attorno al collo e poi all'inferriata, e si è lasciato andare penzoloni. Erano circa le 20.30. Potrebbe essere stata la telefonata di un parente, ricevuta nel pomeriggio, a spingerlo ad ammazzarsi. Dopo la chiamata era tornato in cella piuttosto scosso. Il compagno, vedendolo sconvolto e nel tentativo di tranquillizzarlo, gli ha proposto una partita a carte. Una mano di gioco, quattro chiacchiere e poi la fine. Sembra che il detenuto non riuscisse ad accettare il fatto che la moglie non volesse più saperne di lui, che considerasse chiusa la loro storia, e, soprattutto, che gli impedisse di vedere il figlio. Questioni di cuore, di cui aveva parlato più volte.
Era considerato un "elemento a rischio" e per questo non gli era mai stato concesso il trasferimento in un cella singola, nonostante lo chiedesse ogni giorno. Questa situazione gli aveva consentito anche di frequentare un corso per geometri. Il suo decesso fa piombare sulla casa circondariale una valanga di accuse. In troppi si sono uccisi tra quelle celle. È un fiume di polemiche, anche politiche, che si abbattono sul sistema carcerario e sul ministro della giustizia Roberto Castelli di cui, da più parti, sono state chieste le dimissioni e che ieri pomeriggio si è precipitato a Sulmona. Sull'accaduto sono state avviate diverse inchieste.
Nella struttura sono arrivati gli ispettori del ministero, inviati nell'ambito dell'indagine interna aperta dal Dipartimento amministrazione penitenziaria - la sesta negli ultimi mesi - che ha ordinato un'ispezione. Il capo del Dap, Giovanni Tinebra ha dato disposizione "di analizzare il problema a fondo e di ripensare la gestione del carcere dopo aver individuato le particolari criticità, così da intervenire anche attraverso il trasferimento di alcuni prigionieri. Non sa spiegarsi i motivi del gesto Giacinto Siciliano, direttore del carcere.
"Questo è un istituto in cui si lavora - commenta -, dove si svolgono attività che portano a raccordarsi anche con il territorio e la città. Abbiamo potenziato i controlli. Bisogna cercare in tutti i modi di uscire da questa tremenda situazione". "Una sequenza di suicidi che va assolutamente fermata - dice Giulio Petrilli, di Rifondazione comunista dell'Aquila -. Se non si adottano misure di cambiamento, allora è opportuno chiudere la struttura".
Proposta condivisa anche da Paolo Cento, deputato dei Verdi e vice presidente della commissione giustizia alla camera. "Il penitenziario di Sulmona - sottolinea il deputato del Sole che ride - è solo la punta di un iceberg che dimostra le condizioni drammatiche in cui si versa il sistema carcerario italiano e il fallimento della politica penitenziaria del Governo che ha prodotto sovraffollamento, riduzione della spesa sanitaria, e diminuzione del personale". "Questo carcere assomiglia ormai a un mattatoio. È semplicemente scandaloso che il direttore sia ancora al suo posto e che il ministro Castelli non abbia ancora dato le dimissioni: è il commento del deputato Verde Mauro Bulgarelli.
"È evidente che nel supercarcere di Sulmona sta accadendo qualcosa di estremamente grave - afferma il responsabile giustizia dei Ds, Massimo Brutti -. Si tratta di una successione inquietante di morti che deve allarmarci tutti. È doveroso che ci sia un'indagine del Parlamento per conoscere la situazione di quel penitenziario,comprendere a fondo le condizioni di vita dei detenuti e le condizioni di lavoro degli operatori. Solo così sarà possibile capire quali interventi adottare per voltare pagina". "Serve un intervento all'altezza della situazione: l'immediata chiusura del carcere; tuona il deputato di Prc Elettra Deiana, che più volte ha visitato il carcere abruzzese -. C'è da fare i conti con l'esistenza di un gravissimo groviglio di problematiche fino ad oggi, evidentemente, non affrontate e che provocano drammi personali e gettando un'ombra inquietante sull'insieme del sistema carcerario già compromesso da contraddizioni e inadempienze".
Si difende il responsabile dell'area sanitaria del carcere, Fabio Federico che afferma: "Siamo di fronte a gesti autolesionistici compiuti solo per avere un'eco sulla stampa. Una spirale perversa, un vero e proprio effetto domino. Siamo seriamente preoccupati - aggiunge - e a questo punto la speranza è che si attui l'allontanamento degli elementi più a rischio".
Il Sappe, sindacato di polizia penitenziaria, rileva: "L'ennesimo suicidio non può offrire nessun pretesto per colpevolizzare gli agenti che lavorano nella struttura abruzzese. Il sovraffollamento delle carceri e la carenza di personale non da sempre temi senza soluzione". "Adesso - dichiara Giuliano Pisapia, capogruppo Prc in commissione giustizia - occorre l'approvazione di un provvedimento di clemenza. È un dovere morale e giuridico". "Il numero impressionante di suicidi - sostiene Ottaviano Del Turco, neopresidente della Regione Abruzzo - richiede l'assunzione di responsabilità precise". E il ministro Castelli, nell'occhio del ciclone, dice: "Non è un carcere maledetto. Siamo di fronte a una situazione paradossale, dove da un lato c'è un apparente stato ottimale del penitenziario, dall'altro evidentemente una profonda realtà di disagio, visti gli episodi che succedono. Verranno prese comunque sicuramente delle misure rapide".