A quasi sei anni dall'episodio, gli agenti di polizia e i carabinieri che il 14 giugno 2008 fermarono Giuseppe Uva, morto in ospedale dopo aver trascorso parte della notte in caserma a Varese, dovranno rispondere davanti al gup delle accuse di omicidio preterintenzionale e arresto illegale. I pm Agostino Abate e Sara Arduini hanno depositato la richiesta di fissazione dell'udienza preliminare e di rinvio a giudizio per due carabinieri e sei poliziotti che intervennero a supporto dei colleghi.
"Sono anni che chiediamo giustizia - fa sapere la sorella di Giuseppe Uva, Lucia - Finalmente ora potrà aprirsi un processo per fare chiarezza sulla morte di mio fratello e sulle responsabilità delle forze dell'ordine". Il passaggio segue l'ordinanza del gip Giuseppe Battarino, che lo scorso 11 marzo aveva respinto la richiesta di archiviazione del pm disponendo l'imputazione coatta per omicidio preterintenzionale e altri reati dei carabinieri che portarono in caserma l'operaio 43enne Giuseppe Uva e l'amico Alberto Biggiogero, dopo averli fermati ubriachi per strada, e per gli agenti di polizia, tutti ancora in servizio. Nei prossimi giorni verrà fissata la data dell'udienza preliminare.
Secondo i familiari, assistiti dagli avvocati Fabio Anselmo e Fabio Ambrosetti, Uva avrebbe subito violenze in caserma prima di essere ricoverato in ospedale con trattamento sanitario obbligatorio. Un'ipotesi esclusa dagli accertamenti condotti dal pm Agostino Abate, il quale aveva chiesto l'archiviazione per carabinieri e poliziotti indagati per lesioni colpose sostenendo che le ferite furono provocate da atti di autolesionismo. Il gip, nell'ordinanza che ha respinto la richiesta di archiviazione disponendo l'imputazione coatta, rimarca invece che "Giuseppe Uva è stato percosso da uno o più dei presenti in quella stanza, da ritenersi tutti concorrenti materiali e morali". Ordinanza contro la quale il legale di carabinieri e poliziotti, Luca Marsico, ha presentato ricorso in Cassazione.
L'iter processuale sulla vicenda, con il proscioglimento dei tre medici dell'ospedale di Circolo di Varese accusati di omicidio colposo, ha portato per ora a un unico punto fermo: Uva non morì a causa di un errore del personale sanitario nel somministrargli i farmaci dopo il ricovero.