Il 40enne immobilizzato e ammanettato da quattro militari, poi il malore. Era in preda a una crisi di panico. Un giovane uomo corre nella notte, la camicia aperta, il torso nudo nel freddo. Lancia urla agghiaccianti. "Aiuto, vogliono uccidermi".
Nessuno lo insegue ma le sue invocazioni squassano il quartiere di San Frediano. Le sentono anche al di là dell'Arno. "Aiuto non respiro". Non ha il cellulare, chissà dove è finito. Entra in una pizzeria, strappa il cellulare all'unico dipendente rimasto, sale in corsa su un'auto, scende, entra in un'altra pizzeria dove lo conoscono e cercano di calmarlo. Ma lui schizza fuori. È terrorizzato, travolto da una crisi di panico. Arrivano i carabinieri, tentano di rassicurarlo e di fermarlo. Lui scalcia, si dimena, si ribella. Arrivano rinforzi. Lo immobilizzano e lo ammanettano dopo un lungo parapiglia (quattro carabinieri si faranno medicare). Decine di persone assistono dalle finestre. Lui urla, urla, urla: "Non mi ammazzate, ho un bambino". Qualcuno dalle finestre grida: "Smettete, così lo ammazzate".
Improvvisamente tace. Arriva un'ambulanza, poi un'automedica. Tentano a lungo di rianimarlo, ma non c'è nulla da fare. Il pm d'urgenza apre un'inchiesta, oggi verrà eseguita l'autopsia. Riccardo Magherini aveva 40 anni, una moglie da cui si stava separando e un figlio di due anni che amava teneramente. Suo padre, Guido Magherini, è stato un noto calciatore, ha giocato nel Milan, nel Palermo e in molte altre squadre. "Mio figlio era un bravo ragazzo, non so spiegarmi quello che è successo, ma di certo non era un ladro. È morto d'infarto in circostanze da chiarire, abbiamo già preso contatto con un medico legale che prenderà parte all'autopsia. Solo dopo aver saputo l'esito dell'esame decideremo se presentare una denuncia".
Sei persone hanno dichiarato che l'intervento dei carabinieri è stato regolare, ma altri parlano di violenze. L'avvocato della famiglia sta raccogliendo alcune testimonianze. Bianca Ruta, una studentessa di 26 anni che ha assistito alla scena dalla finestra, dichiara: "La prima pattuglia non è riuscita a fermarlo, così sono arrivati altri due carabinieri e alla fine ci sono riusciti. Era su un fianco, ho visto chiaramente tre di loro che lo colpivano con alcuni calci in pancia. Non credo sia morto per questo, ma sono cose che non devono succedere". Un altro testimone dà una versione opposta: "Hanno fatto quello che dovevano, l'uomo era completamente fuori controllo e loro si sono limitati a tenerlo a terra. Nessuno ha alzato le mani".