Il centro sociale Pedro ha convocato un presidio davanti al carcere, per lunedì prossimo, in segno di solidarietà con i detenuti che protestano dopo il suicidio di un ventenne dietro le sbarre, avvenuto nei giorni scorsi, in circostanze non del tutto chiare, su cui è stata aperta anche un'inchiesta della magistratura.
I detenuti sostengono che il ragazzo si è impiccato dopo essere stato picchiato da una guardia. E non si capisce bene dove e come abbia potuto trovare i lacci da scarpe utilizzati per strangolarsi, posto che essi non dovrebbero neppure essere reperibili in un penitenziario.
"Ancora una volta sui giornali del nostro paese, che si dice civile, leggiamo fatti di cronaca quali la rivolta nel carcere di Padova, nel Cie di Gradisca e Capo Rizzuto - attacca la nota diffusa oggi pomeriggio dal Pedro. Sono episodi che portano alla luce una situazione che non è diventata grave adesso, ma che si protrae ormai da troppi anni e che troppo spesso pervade il dibattito pubblico solo nel momento in cui si trasforma in tragedia".
"Il suicidio nel carcere di Padova della scorsa settimana, il migrante lanciatosi dal tetto del Cie di Gradisca D'Isonzo ricoverato ancora in condizioni gravissime, sono solo la punta di un iceberg. Dietro le alte mura di cemento di tutte le strutture di detenzione, si chiamino esse "carceri o Centri di identificazione ed espulsione", gli episodi di autolesionismo e di violenza sono quotidiani".
"In questi luoghi che sono posti accuratamente fuori dalla vista e che tutti noi percepiamo così lontani dalla nostra quotidianità, le condizioni di vita, perché di vita si tratta, sono disumane. Il sovraffollamento che continuamente viene denunciato stupisce se si pensa che la percentuale di crimini "gravi" nel nostro paese è diminuita negli anni. Esso non è altro che la diretta conseguenza di politiche che aprono , anzi spalancano le porte dei carceri a chi commette "nuovi" reati, e che sono sintomo dell'incapacità di rispondere da parte delle istituzioni al disagio sociale ed economico, crescente nell'attuale crisi".
"Oggi l'unica scelta possibile e praticabile che tutti insieme "dobbiamo" pretendere è un atto di Amnistia, ma che lasciato solo diventerebbe un palliativo temporaneo. Infatti, a nulla servirebbe se non accompagnato dalla depenalizzazione dei reati connessi alle "indegne" leggi Bossi-Fini, Fini Giovanardi ed ex Cirielli, oltre alla immediata abrogazione delle stesse e alla cancellazione del reato di Clandestinità".
"Esiste un altro aspetto drammatico, presente dentro e fuori il carcere: la violenza perpetrata dalle cosiddette "forze dell'ordine" che invece troppo spesso si trasformano in carnefici". Questa la nota del Pedro che fa appello a tutti a presentarsi lunedì davanti al carcere di Padova alle ore 15.