È stata chiusa in Francia l'indagine sulla vicenda di Daniele Franceschi, il viareggino morto nel carcere francese di Grasse il 25 agosto 2010. Lo comunica il legale della famiglia Franceschi, l'avvocato Aldo Lasagna. Gli indagati sono tre, ricorda il legale, due infermieri e un medico della struttura sanitaria interna al penitenziario.
Secondo la magistratura francese, i tre indagati non sarebbero intervenuti con efficacia sul malore che accusò Franceschi, 36 anni, prima di morire. "In base a quanto ci è stato comunicato dalla Francia - aggiunge l'avvocato Lasagna - i risultati non evidenziano chiare responsabilità da parte dei medici dell'ospedale civile di Grasse, perché dovevano essere i sanitari del carcere a constatare la gravità delle condizioni di Daniele".
Le richieste di rinvio a giudizio dovrebbero arrivare a fine ottobre. Se la tabella di marcia verrà rispettata, a inizio 2014 potrebbe cominciare il processo al Tribunale di Grasse. Intanto, il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha scritto alla famiglia Franceschi rispondendo della Lega Italiana dei Diritti dell'uomo e assicurando il massimo impegno del Governo per fare chiarezza sulle vicende sia di Franceschi sia Claudio Faraldi, 29 anni, l'altro italiano morto nel carcere di Grasse, l'8 maggio scorso.
La madre: lasciata sempre sola, è una vergogna
"È una vergogna, il comportamento delle autorità, sia francesi che italiane. Mi hanno lasciata sola, sto portando avanti questa battaglia da sola". Così Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi, morto in circostanze mai chiarite durante la sua detenzione nel carcere di Grasse, il 25 agosto 2010. "Meno male che qualcosa si è mosso dopo tre anni", continua Antignano, commentando la notizia della chiusura delle indagini. "Siamo vicini al terzo anniversario. In questo lungo periodo, non mi ha aiutato nessuno, sono stato a Roma all'ambasciata non hanno fatto nulla e non mi hanno fatto sapere niente. Questa è una vergogna", conclude.