Gentile Direttore, due giorni fa è stata licenziata dalla Camera la conversione del decreto-legge sull'esecuzione della pena, soprannominato dalla stampa "svuota-carceri". Ci preme fare alcune sottolineature anche alla luce dell'intervento da parte del senatore Luigi Manconi (Pd) su queste colonne contenente alcune inesattezze.
Come facilmente percepibile dagli emendamenti presentati in commissione giustizia, agli atti della Camera, e ancor più dalla conferenza stampa tenuta il 5 agosto scorso, la posizione del Movimento 5 Stelle è molto chiara. Da una parte, infatti, si critica la reale portata di norme che dovrebbe far uscire dalle carceri un numero imprecisato di detenuti.
Una critica sul metodo, visto che il Governo non è stato in grado di fornire numeri certi e, ogni giorno, infatti, forniva cifre diverse. D'altra parte una critica nel merito. Affermiamolo chiaramente: si poteva fare molto di più.
Ma, per volontà del Governo - e della maggioranza parlamentare Pd-Pdl - nulla si è voluta fare per modificare quelle norme che ingolfano i tribunali e le carceri italiane. Leggi che portano il nome di ministri come Bossi, Fini e Giovanardi, solo per fare un esempio. Se davvero si fosse voluto fare qualcosa di sostanziale, si sarebbero potute modificare quelle norme, magari anche con l'aiuto delle opposizioni. Ma, a quanto pare, non c'è la volontà del Pd di apportare una seria modifica alla politica penale perpetrata dai precedenti governi. Ma v'è più.
Oltre le norme penali, il vero punto dolente del decreto "svuota-carceri" è rappresentato dalla proroga, al dicembre 2014 (ma forse ad libitum) dei poteri del Commissario Straordinario che, grazie al testo approvato alla Camera, potrà permutare, dismettere e vendere (o svendere) parte del patrimonio pubblico penitenziario, oltre poter costituire fondi immobiliari (le famigerate cartolarizzazioni di tremontiana memoria) e altresì le forme di partenariato pubblico-privato, facilmente paragonabili al cd project financing.
Un commissario straordinario che, è doveroso sottolinearlo, allo stato attuale ha prodotto zero nuovi posti per detenuti. All'orizzonte, dunque, si profila una speculazione edilizia di vastissime proporzioni, tanto che, come Movimento 5 Stelle, abbiamo presentato uno specifico ordine del giorno, poi approvato, con cui si impegna il Governo a non vendere le carceri di Regina Coeli (Roma), San Vittore (Milano) e Piazza Lanza (Catania).
Soprattutto alla luce del fatto che esiste un piano carceri "alternativo", elaborato dagli stessi uffici del Dap, che consentirebbe agevolmente di uscire fuori dall'emergenza del sovraffollamento riportata drammaticamente d'attualità dalla e.d. sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti dell'uomo che impone al Paese di rimediare entro il maggio 2014.
E i dati ci vengono in aiuto: attraverso questo piano ogni posto detenuto costerebbe 15mila euro circa contro i 235mila euro di quelli finora consegnati dal ministero delle Infrastrutture. Una differenza evidente ancor più se si considera che il suddetto piano ridarebbe dignità ai reclusi in termini di vivibilità.
L'abbiamo anche segnalato al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, da cui attendiamo risposta a proposito di un incontro sul tema. In sintesi la nostra preoccupazione è che, con la scusa del sovraffollamento, emergenza provocata dalla stessa politica perpetrata fino a oggi, si voglia fare campagna elettorale e una becera speculazione da miliardi di euro sulle spalle dei detenuti e a spese dei cittadini. Ma di tutto ciò, evidentemente, il senatore Manconi non era informato.
I deputati M5S della commissione Giustizia
Qualche riga per rispondere ai deputati di 5 stelle. A proposito dello scandalo dell'edilizia penitenziaria voglio solo ricordare che esso va avanti da anni e anni. E da anni e anni si stanziano e si sprecano troppe risorse per carceri che non vengono costruite o che vengono costruite male. Il decreto appena approvato si limita a trasferire tutte le competenze al Commissario straordinario, istituito tre anni fa e che ha garantito, negli ultimi tempi, una correttezza e una trasparenza mai viste negli appalti gestiti ordinariamente dalle amministrazioni dei lavori pubblici e della giustizia.
Ma non è questo il cuore del decreto, e non è questo, in ogni caso, che può contribuire alla soluzione del problema del sovraffollamento penitenziario. Giustamente i deputati di 5 stelle dicono che il Governo avrebbe potuto avere più coraggio, e intervenire sulle leggi criminogene in materia di sostanze stupefacenti e di immigrazione: vero, e in questo senso andavano alcuni emendamenti proposti dal gruppo Pd al Senato.
E tuttavia, a parte un emendamento firmato Turco Tancredi (3.127), nell'esaminare il decreto non ho trovato una sola proposta, non una, dei parlamentari di 5 stelle contro la legge Bossi-Fini e contro quella Fini-Giovanardi.
E purtroppo ho trovato più di un intervento a sostegno di emendamenti di Lega e Pdl contro la modifica della legge Cirielli, contro la limitazione della custodia cautelare ai reati più gravi, e addirittura un emendamento di 5 Stelle (n. 2.15, Colletti e altri) contro la possibilità di concedere la detenzione domiciliare ai giovani adulti, tra i diciotto e i ventuno anni per esigenze di salute, di studio o di lavoro. Con sincero rincrescimento, pertanto, devo confermare che il mio articolo di mercoledì scorso non era in alcun modo "disinformato" né "inesatto" - come mi rimproverano i miei simpatici interlocutori - bensì fin troppo comprensivo.