Il caso Cucchi torna in Parlamento: la presidente della Camera Laura Boldrini ha ricevuto martedì 11 giugno Italia Cucchi, la sorella di Stefano, nell'ambito di un incontro con i familiari di altre «vittime dello Stato», tra cui anche: Lucia Uva, la sorella di Giuseppe Uva - morto nel 2009 a 43 anni dopo essere stato fermato e trattenuto nella caserma dei carabinieri di Varese -; Patrizia Aldrovandi, la madre di Federico, lo studente ferrarese ucciso nel 2009, a 18 anni, dalle botte di 4 poliziotti; Claudia Budroni; Domenica Ferrulli; Melania Rizzoli; Grazia Serra, nipote di Franco Mastrogiovanni, il 57enne deceduto dopo 87 ore di contenzione nel reparto psichiatrico (condannati sei medici) dell'Ospedale San Luca di Vallo della Lucania.
BATTAGLIA PER LA GIUSTIZIA - Dopo l'incontro i familiari delle vittime hanno tenuto una conferenza stampa per ribadire la richiesta di «introdurre nell'ordinamento italiano il reato di tortura», perchè questa «è una delle tante emergenze di questo Paese - ha detto Ilaria Cucchi lasciando lo studio della presidente a Montecitorio -. Siamo certi che la presidente della Camera Boldrini non ci lascerà soli in questa battaglia».
«INCONTRO COMMOVENTE» - La delegazione di familiari delle vittime, che incontrerà anche i capigruppo di quasi tutti i partiti e, alle 18, il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, era guidata dal senatore Luigi Manconi, presidente dell'Associazione «A buon diritto» che con Amnesty international e Antigone ha organizzato la conferenza stampa. «Vogliamo sollecitare - ha spiegato Manconi - l'attenzione della politica su una questione molto importante come quella di vittime delle vicende giudiziarie che hanno subito maltrattamenti durante il fermo in carcere o in caserma, come quelle di chi è morto dopo essere rimasto legato per 90 ore ad un letto di contenzione». L'incontro con Boldrini, ha detto Ilaria Cucchi, «è stato importante e commovente, anche per quello che la presidente della Camera rappresenta, per il suo percorso personale di donna e di esponente della politica». «Ci aspettiamo che non ci abbandoni, siamo certi che non ci lascerà soli», ha ripetuto.
LINCIAGGIO POST MORTEM - «La lotta per l'introduzione del reato di tortura nel nostro Paese fa parte delle sue battaglie, e siamo certi che, insieme al senatore Manconi e, fortunatamente, a tanti altri esponenti politici, si potrá portare avanti questa battaglia», ha sottolineato Cucchi. «Non è accettabile - ha concluso - il linciaggio sistematico dei nostri morti. E questo, purtroppo, accade anche perché nel nostro Paese non esiste il reato di tortura».