Caso Uva: dopo la denuncia a carico anche del regista e dell'autore del film-doc "Nei secoli fedele - il caso Uva", arriva la replica di Adriano Chiarelli.
Chiarelli, autore della pellicola diretta da Francesco Menghini presentata a Varese nel dicembre scorso, spiega: "La notizia non ci sorprende, vista la piega che stanno prendendo gli eventi. A finire sul banco degli imputati, ancora una volta, saranno coloro che si battono in difesa della giustizia e della legalità, e non i diretti interessati. È accaduto con Patrizia Moretti, sta accadendo con Lucia Uva e di conseguenza con noi". Lucia Uva, sorella di Giuseppe Uva morto nel giugno 2008 all'ospedale di Circolo di Varese dopo essere stato fermato dai carabinieri, aver trascorso parte della notte in caserma a Varese e essere infine stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, da anni accusa le forze dell'ordine di aver picchiato il fratello sino ad averlo ucciso. La procura ha indagato e mandato a processo con l'accusa di omicidio colposo i tre medici che ebbero in carico Uva durante la sua permanenza al Circolo; sul fatto è stata aperta un'inchiesta bis scaturita dalla denuncia presentata dalla sorella conclusasi nei giorni scorsi. Dopo aver depositato l'avviso di conclusione indagini la procura ha indagato Lucia Uva per diffamazione a causa di un'intervista rilasciata a Le Iene (con lei denunciati anche giornalista autore del servizio e il direttore della rete Mediaset), ma a breve la rosa di nomi potrebbe allargarsi andando a comprendere anche Chiarelli e Menghini. "Preciso che il docu-film "Nei secoli Fedele", altro non è che il resoconto dettagliato di quanto emerso nell'ambito del primo procedimento - spiega Chiarelli. Ogni secondo del film è basato rigorosamente sugli atti processuali. Inoltre, questo docu-film ha anche lo scopo di dare voce a una famiglia che da anni chiede la verità sulla morte del loro congiunto Giuseppe Uva. Ciò in sintonia con quanto espresso anche dal giudice in sede di sentenza". Nella citata sentenza il giudice estensore sottolinea la necessità di accertare cosa si accaduto durante la permanenza di Uva nella caserma carabinieri di Varese. Chiarelli chiude rivolgendosi direttamente all'autorità giudiziaria: "Siamo disponibili sin da ora a essere interrogati e a mettere a disposizione tutto ciò di cui siamo venuti a conoscenza durante la nostra permanenza a Varese".