Non si placa la polemica fra il senatore modenese Carlo Giovanardi e Ilaria Cucchi, candidata alla Camera in Emilia Romagna per Rivoluzione Civile, inerente alla morte del fratello di quest'ultima, Stefano, avvenuta in circostanze ancora non chiarite dalla giustizia mentre il geometra 31enne era in custodia cautelare per detenzione di stupefacenti.
L'esponente Pdl, dopo aver accusato Ilaria di "sfruttare la tragedia del fratello, deceduto perché anoressico, drogato e sieropositivo, per interessi personali" è tornato sull'argomento ieri mattina, in occasione del convegno Pdl dedicato al terremoto. "Considero inaccettabili i suoi attacchi alla magistratura, alla Corte D'Assise e ai periti che stanno cercando la verità, sulla base di una realtà che lei ha assunto come assoluta". Ma il senatore modenese non ha mancato di rimarcare il suo giudizio su Stefano, considerato "una vittima, ma non un eroe. In realtà sono molto più comprensivo io nei confronti di Cucchi che la sorella, che sulla morte del fratello vuole costruire una battaglia politica". Nessun passo indietro, insomma. Anzi; nuove accuse alla Cucchi che ieri pomeriggio, trovandosi anch'ella a Modena per un incontro elettorale, non ha potuto fare a meno di tornare sull'argomento: "Giovanardi è stato presente nella nostra vicenda personale fin dal primo minuto, fornendo la sua verità e indicando la direzione del processo. Mi chiedo ora per quale motivo il senatore, che sembra avere così tanto a cuore i magistrati, non li difenda anche quando essi vengono attaccati dal suo datore di lavoro", chiaro riferimento alle ripetute polemiche giudiziarie di Silvio Berlusconi.
Ma nell'ultima frase di Giovanardi, anche se letta in chiave opposta, la Cucchi sembra ritrovarsi: "In effetti la mia è proprio una battaglia. Una battaglia che porto avanti da tre anni per il riconoscimento dei diritti dei più deboli, che in Italia spesso vengono calpestati".
Specie nelle carceri, vere e proprie "realtà terribili". "In questo tempo ho capito che di carcere si poteva morire". Una campagna, quella della Cucchi, che punta all'approvazione di una legge sulla tortura, di cui il Diritto italiano è tutt'ora sprovvisto, nonostante le ammonizioni recentemente arrivate dall'Onu. Ma nel campionario di Rivoluzione Civile è previste anche una lotta serrata alla corruzione e al malaffare.
Tematica di cui si fa promotore Arcangelo Ferri, giornalista, anch'egli candidato alla Camera, attraverso una proposta di legge per il recupero dei beni confiscati all'impero mafioso e alla grossa evasione fiscale. Un meccanismo che, attraverso l'istituzione di un Alto commissariato, dovrebbe portare all'impiego dei capitali così ottenuto per finalità pubbliche e sociali. Obiettivi ambiziosi, quelli della lista di Rivoluzione Civile.
Lista che non sembra aver paura della soglia del 4% e che non ne vuole sapere del pressing da parte di Italia Bene Comune sul cosiddetto "voto utile". L'ultima uscita, in questo senso, è stata quella del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che accusa Ingroia di "essere interessato a far perdere il Pd". La risposta dei diretti interessati è però perentoria: "Pensiamo che il voto utile sia quello dato a chi ci rappresenta davvero - spiegano in coro la Cucchi e Ferri.
In ogni caso il nostro candidato, Ingroia, ha provato per settimane a contattare Bersani in vista di una collaborazione, senza ricevere risposta. Se poi aggiungiamo che l'accordo fra Italia Bene Comune e Scelta Civica, espressione della destra dei grandi interessi e della finanza, è fatto ormai da mesi, certe accuse diventano imbarazzanti".