Ilaria Cucchi, si è candidata con Rivoluzione civile di Antonio Ingroia per avere giustizia nel processo sulla morte di suo fratello?
«Di certo non mi sarei mai candidata se non mi fosse capitata questa tragedia. Vorrei occuparmi di cattiva giustizia, sì. Di mio fratello. Un giudice non ha capito che Stefano era stato massacrato di botte solo perché per venti minuti non lo ha guardato in faccia. A Varese un altro giudice sta umiliando la famiglia di Giuseppe Uva, riempito di botte in una caserma. Da quattro anni le prove sono chiuse in un cassetto e la sorella è stata anche sbattuta fuori dall'aula del processo. Già lo so, tutto sarà archiviato».
Ingroia è uno dei più importanti procuratori italiani: la appoggerà in questa battaglia contro la magistratura?
«Sono contro quella parte di magistratura italiana forte con i deboli, come mio fratello, e debole con i forti. Purtroppo è la gran parte. Sono contro i processi fotocopia. Antonio Ingroia è il pm che avrei voluto per mio fratello, uno che non ha paura di andare contro i poteri, che fa inchieste difficili e pericolose. Oggi non si sente neppure dire che la legge è uguale per tutti. I criminali, quanto sono più potenti e pericolosi, tanto meglio sono trattati. Quanto più sono diseredati, inoffensivi ed emarginati, tanto peggio vengono considerati. Fino a morirne. Tanti mi avevano chiesto di scendere in politica, lo faccio ora perché di Ingroia mi fido».
Lei e la sua famiglia, ieri, avete fortemente contestato la perizia disposta dai giudici del Tribunale di Roma.
«Secondo i periti la morte di mio fratello è avvenuta per colpa medica, ma questa è la tesi della procura fin dal primo momento. Una perizia così serve a proteggere forze dell'ordine e agenti di polizia penitenziaria. Siamo al massacro, io e la mia famiglia abbiamo dato fondo a ogni risorsa economica, abbiamo ipotecato casa. Siamo stanchi e pretendiamo scuse. In aula abbiamo portato i nostri consulenti, ma il pm non ha permesso che interrogassero i periti. I miei genitori, a cui è stato massacrato e ucciso un figlio, vengono umiliati da un magistrato che vuole portare avanti un banalissimo caso di colpa medica».
Di che altro si occuperà, se entrerà in Parlamento?
«Delle carceri italiani, oggi una discarica sociale. In larga percentuale i detenuti non sono pericolosi e non dovrebbero stare lì: vorrei un'amnistia per i reati minori. Delle carceri sovraffollate sento parlare da quando sono bambina e mio fratello, si sa, è morto di carcere. Lo sa che ho sentito un direttore di un istituto di pena dire che i suoi problemi per i turni di piantonamento erano più importanti della vita di un detenuto? ».
La sua prima iniziativa, in Parlamento...
«Una legge che introduca in Italia il reato di tortura. C'è in tutta l'Europa civile, l'Onu ci ha persino sanzionati».