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Documento anonimo riapre il caso sulla morte di G.C.
Francesco "baro" Barilli
18 dicembre 2012

La redazione di popoff, sempre attenta all'attualità, non disdegna la pubblicazione di materiali su casi anche molto antichi, nella convinzione che il passato può essere un buon insegnante (seppure spesso poco ascoltato) sul mondo che ci circonda. Inoltre, il caso che oggi andiamo ad affrontare ci sembra molto interessante, e questo non solo per uno sparuto gruppo di storici o curiosi.

Alla nostra redazione è giunto oggi un documento - anonimo e sulla cui attendibilità non possiamo pronunciarci - che sembra riaprire un caso che da quasi 2000 anni attende un chiarimento definitivo.
Ne riportiamo ampi stralci.

"... Il governo tecnico del Sommo Erode ha dato ai sottoscritti l'incarico per una perizia sulle cause della morte del noto G.C., inizialmente addebitata a crocifissione - eseguita in ottemperanza di regolare sentenza emessa dal magistrato - avvenuta sul monte Calvario nella scorsa primavera.
Non si è potuto procedere ad esame autoptico del cadavere, in quanto familiari e seguaci del summenzionato, dopo aver avuto in consegna il corpo, ne lamentano la sparizione (fatto che si sottopone all'Autorità Giudiziaria affinchè possa aprire, se lo riterrà, apposito e separato fascicolo). Si segnala, per completezza, che gli scriventi hanno raccolto in merito le testimonianze di alcuni soggetti, militanti nel medesimo gruppo in cui figurava in posizione apicale il G.C. Tali testimonianze, seppure discordanti in taluni dettagli, attribuiscono la sparizione del corpo ad "eventi soprannaturali" che gli scriventi - più opportunamente e razionalmente - in ipotesi ascrivono ad altro soggetto (presumibilmente quadro occulto, ma gerarchicamente superiore al G.C. stesso, al momento non identificato). I succitati testimoni sono già stati posti in stato di fermo, con l'ipotesi di reato di inquinamento di indagine.
Si è quindi cercato, inutilmente, di ascoltare - in qualità di persone informate sui fatti - i genitori del G.C., tali Maria e Giuseppe, la prima casalinga e il secondo falegname, di cui non sono note le generalità complete. Se Giuseppe sembra scomparso da tempo (presumibilmente deceduto) anche la summenzionata Maria è irreperibile. Gli stessi testimoni ascoltati sulla sparizione del corpo del G.C. hanno dichiarato (in questo caso unanimemente) che la donna risulterebbe "assunta in cielo". Si è cercato di individuare la ditta "Cielo" che avrebbe assunto la summenzionata Maria, senza esito: forse trattasi di soggetto posto in collaborazione lavorativa precaria se non addirittura irregolare. Si sottolinea comunque che la formula "assunta in cielo", vaga e di dubbia interpretazione, rafforza negli scriventi la convinzione d'essere stati oggetto di informazioni dall'intento depistante e di contenuto reticente.
Quanto sopra riportato può indurre a pensare che il cosiddetto "caso G.C." sia stato artatamente costruito dai seguaci del G.C. stesso, e che, più che di morte su cui indagare, si possa trattare di morte apparente di soggetto astutamente sottrattosi alle maglie della giustizia. L'ipotesi, va da sé, esula dal mandato a noi conferito ed è inoltre indimostrata e - allo stato - indimostrabile. Pertanto, nel seguito della presente perizia si procede col dettagliare le cause della presunta morte del G.C. La già lamentata impossibilità di redigere referto autoptico, fa sì che le seguenti considerazioni si basino su informazioni e testimonianze assunte all'epoca dei fatti.
Secondo tali testimonianze, appare pacifico che il G.C., già prima di essere crocefisso, versasse in precarie condizioni di salute, che non si alimentasse con regolarità e che la sua dieta fosse assai frugale e lontana dal potersi dire completa. Anche i suoi seguaci confermano l'estrema sobrietà dei suoi pasti (in particolare si sottolineano i noti resoconti circa "l'ultima cena" del soggetto).
Lo stato di prostrazione fisica dell'uomo, peraltro, negli ultimi giorni si accompagnava ad uno stato di afflizione emotiva, a seguito della sconfitta del G.C. nelle primarie che lo avevano visto contrapposto a tale Barabba.
Per quanto concerne i segnalati maltrattamenti a cui il G.C. sarebbe stato sottoposto al momento del suo arresto o nei giorni immediatamente successivi, essi potrebbero essere attribuiti ad aggressione, ma anche a cadute accidentali del soggetto. Non vi sono elementi che facciano propendere per l'una piuttosto che per l'altra dinamica lesiva.
E' opinione degli scriventi che, fermi restando i dubbi sulla "effettiva" morte del G.C., qualora essa sia avvenuta sia tranquillamente addebitabile ad una sindrome di inanizioni, ossia ad un'atrofia da malnutrizioni.
Seppure esuli dal mandato conferito, gli scriventi non possono che stigmatizzare la circostanza che sulla tragica morte del G.C. la cosiddetta "informazione alternativa" (copiosamente prodotta dalla costante azione dei seguaci del soggetto) abbia costruito un castello di menzogne, nell'evidente intenzione di alimentare la propria battaglia politica. Lo si sottolinea in quanto, sempre ad avviso degli scriventi, trattasi di strategia che, se non si adotteranno opportune contromisure, sarà destinata ad essere perseguita ancora molte volte in futuro, da parte di analoghi gruppi sovversivi..."

(Nota conclusiva: ci perdoneranno i lettori se la recente "superperizia" sulla morte di Stefano Cucchi, dopo averne dato notizia in termini più concreti e "fattuali", abbiamo voluto commentarla in un modo un po' diverso... Del resto un vecchio motto anarchico recitava "sarà una risata che vi seppellirà"...)

Francesco "baro" Barilli