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Cucchi, un consulente col piede in due scarpe
Checchino Antonini
18 ottobre 2012

Nuove conferme sul conflitto di interessi che potrebbe riguardare un consulente chiave nel caso Cucchi e, più in generale, l'intreccio tra medici legali e compagnie assicurative. Paolo Arbarello è direttore alla Sapienza del dipartimento di Scienze anatomiche, istologiche, medico legale e dell'apparato locomotore. Nella stessa università dirige la Scuola di specializzazione in medicina legale nella facoltà di Farmacia. Titolare di numerosi corsi, Arbarello, in virtù della sua esperienza e del suo ruolo accademico è spesso consulente delle procure e perito nei tribunali. Il suo nome è comparso spesso nei grandi processi, dal delitto dell'Olgiata alla morte di Fabrizio Quattrocchi, il contractor italiano ucciso in Iraq, fino all'omicidio di Stefano Cucchi.

L'8 maggio del 2012 viene nominato consigliere di amministrazione della Milano Assicurazioni su proposta del celeberrimo Paolo Ligresti accreditato anche dai giornali "normali" come uomo di punta, con i La Russa, di «quel clan dei siciliani che si spartisce affari e poltrone». Unico medico legale in quel Cda, Arbarello e gli altri, tutti uomini di fiducia di Ligresti, come si evince dal verbale di quel giorno, vengono designati in un momento che vede la compagnia impegnata nell'«operazione di integrazione col gruppo Unipol». Il 10 luglio, su proposta dell'azionista di maggioranza Fondiaria-Sai, Arbarello viene confermato, con un atto depositato 8 giorni dopo. In un linguaggio legale significa che il professore è «portatore di un interesse qualificato» rispetto alla Milano Assicurazioni, a Fondiaria fino a Unipol, a seguito dell'acquisizione avvenuta a settembre, visto che il Cda è in carica tuttora - come da visure camerali del 12 ottobre, sebbene in proroga fino all'assemblea prevista il 15 dicembre.

Quest'estate trova il tempo per partecipare a un concorso come aspirante commissario ai fini dell'abilitazione scientifica nazionale per il reclutamento del personale docente universitario. Il primo agosto spedisce un curriculum al Miur che non menziona la sua carica in quel Cda ma solo la presidenza della Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni. Ancora: sempre dopo la nomina al Cda, Arbarello - così risulta - è ancora consulente delle procure. 24 ore dopo la sua nomina ha ricevuto l'incarico dalla procura di Roma come consulente proprio per la "superperizia" Cucchi.

Dunque è tutt'ora in carica il professore che però il primo ottobre a Popoff aveva detto di essere dimissionario e di non aver preso una lira da quel Cda. A chi sarà più fedele Arbarello? Alla società di assicurazioni che amministra o a agli altri ambiti in cui opera da docente o da consulente ma che la società di assicurazioni può incrociare e incrocia? Arbarello è al vertice della medicina legale di Roma, nel senso che può disporre del lavoro di numerosi ricercatori e operatori, ma è anche coinvolto nel processo in cui un cliente Unipol se la potrebbe vedere brutta: l'ospedale Pertini, quello dov'è morto Stefano Cucchi. E lui, appunto, «portatore di un interesse qualificato».

La faccenda è finita due volte in due settimane in un'interrogazioni parlamentari. L'ultima, a risposta urgente, è stata appena presentata da due deputati radicali, Poretti e Perduca, curiosi di sapere se Arbarello abbia informato La Sapienza della sua nomina al Cda della Milano e se abbia fatto lo stesso con i magistrati che gl'hanno affidato certi incarichi. Infine, si chiede di sapere se il Miur abbia previsto un sistema di controllo degli interessi facenti capo ai propri scienziati. In poche parole, è mai possibile per un dipendente pubblico a tempo pieno assumere incarichi come quello di consigliere di amministrazione di una grande società di assicurazioni? Domande che, sembra, sono rimbalzate anche in un consiglio di facoltà alla Sapienza mentre dalla superperizia, dopo il crollo della tesi della frattura pregressa, potrebbero emergere quelle evidenze scomode per chi aveva accreditato l'idea che Cucchi fosse morto per la sua magrezza.