Dall'esame spunta una nuova frattura. La sorella: basta ipocrisie, ora la verità. Ci sono quattro fratture, delle quali tre recenti e compatibili con dei calci, sul corpo di Stefano Cucchi, il trentunenne arrestato sano il 15 ottobre 2009 e trovato morto sei giorni dopo, con lesioni alla schiena e altri traumi, in un letto del padiglione carcerario dell'ospedale romano Sandro Pertini. È quanto emerge dalla tac e da altri accertamenti diagnostici fatti rifare dai periti incaricati dalla Corte d'assise, dopo le indagini eseguite, ma sulla sola frattura di sei anni prima, dai consulenti del pm.
"Sono molto triste", si sfoga Ilaria Cucchi, "i nuovi esami ci dicono quanto possa aver sofferto Stefano: i pm riflettano o forse diranno che quelle fratture mio fratello se l'è procurate dopo la morte?".
"Quanto sta emergendo", continua, "rende sempre più chiaro che, come ripetiamo da sempre, il pestaggio sul corpo minuto di Stefano è stato determinante per la sua morte, un'evidenza che si tenta di negare con energia e ogni mezzo, tanto che siamo costretti a divulgare via via le notizie sul procedimento giudiziario anche per evitare che si continui a gettare fango fino ad adombrare la nostra onestà".
Ilaria Cucchi punta il dito sui consulenti della Procura: "Si erano prodigati a sostenere che mio fratello sarebbe morto anche a casa sua e non certo in seguito a un'aggressione, ma alla fine si è scoperto che la lesione sulla quale avevano eseguito i loro esami era quella sbagliata perché vecchia di sei anni; non riesco a crederci".
I nuovi accertamenti del collegio dei periti nominati dalla Corte d'assise ed eseguiti nell'istituto di Medicina legale dell'Università degli studi di Milano, si sono concentrati sulla vertebra L3, sede di due fratture (una "giovane", una pregressa); sulla L4, lesionata da un'altra frattura recente e mai emersa prima d'ora, e sul coccige, dove è stata riscontrata la quarta rottura.
Con i periti nominati dal giudice, alla riunione hanno partecipato i consulenti di parte e i legali della famiglia Cucchi. Sono le immagini dell'asse lombare (visibili anche su Huffington Post) a evidenziare l'errore degli esami della prima perizia, eseguiti su una frattura vecchia nella parte anteriore della vertebra L3 e non nella parte posteriore dov'è la lesione ignorata dai consulenti dei pm. Tanto che ieri, il collegio dei periti e i consulenti di parte, nel verbale dell'incontro hanno concordato di eseguire nuovi accertamenti istologici sulla rimanente porzione della vertebra L3 "non sottoposta precedentemente", scrivono, "a sezione né a indagini istologiche".
I fotogrammi mostrano un'altra lesione vicina alla L3 e sullo stesso versante, la presenza di sangue nel muscolo e la lacerazione delle fibre muscolari: circostanze che accreditano l'ipotesi di una lesione recente. Scrivono i periti: "Si visionano le aree vertebrali rappresentate nei fotogrammi in sezione trasversa di L4, in corrispondenza alla lamina sinistra, dove si visualizza una linea di discontinuità (una frattura; ndr) dei tessuti calcificati". "Su questa sede", continua il verbale, "si stabilisce di eseguire sezioni coronali finalizzate all'esame istologico e immunoistochimico, a distanze superiori al millimetro, e di eseguire gli stessi esami sui tessuti molli periferici".