Una nuova frattura scoperta sul corpo di Stefano Cucchi. E' una frattura sulla vertebra L4. Così ravvicinata alle altre da far pensare i periti a un calcio subìto. Finora, dalla morte del giovane geometra avvenuta in un letto del reparto carcerario dell'ospedale Sandro Pertini di Roma nel 2009, si era sempre parlato di due fratture: una sulla vertebra L3 - che i periti della Procura hanno sempre detto essere "pregressa" - e una, la più importante, sulla vertebra coccigea. Quest'ultima è sempre stata considerata recente, ovvero il frutto di quel pestaggio che - secondo la tesi dei pm Vincenzo Barba e Francesca Loy - è avvenuto nei sotterranei del tribunale di Roma, dove Cucchi era stato portato per l'udienza direttissima di convalida dell'arresto per detenzione e spaccio di droga. La questione delle fratture, e della loro gravità, è essenziale per l'esito del processo che si sta svolgendo in Corte di Assise. Ma la novità riguarda anche le fratture già conosciute e i rilievi finora operati. I consulenti della Procura, infatti, hanno ammesso - nel summit con i colleghi della superperizia - di aver sbagliato i prelievi sulla vertebra L3 non riuscendo, ossessionati dalla frattura pregressa - ad accorgersi di un'altra grave lesione che testimoniava il pestaggio subito dal trentunenne romano morto dopo sei giorni di agonia cominciata il 16 ottobre del 2009 nei sotterranei del tribunale di Roma e terminata nel "repartino" penitenziario del Pertini dopo un transito a Regina Coeli. E' uno dei primi risultati della superperizia milanese, disposta dal giudice, che potrebbero sbrogliare il processo a carico di alcuni sanitari e guardie penitenziarie in corso nell'aula bunker di Rebibbia che riprenderà il 17 ottobre.