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Ilaria Cucchi: «Mio fratello massacrato»
Checchino Antonini e Cinzia Gubbini
4 ottobre 2012

«Le fratture sulla schiena di Stefano sono così vicine da non poter pensare che entrambe gli siano state procurate con un calcio proprio in quella zona. Tutti i medici che lo visitarono notarono segni evidenti e particolare dolore lamentato da mio fratello proprio lì». Tre anni dopo la morte di Stefano, Ilaria Cucchi deve ancora rimuginare sulle ferite e sui risultati delle perizie sul corpo di un fratello minore straziato dal mix velenoso di proibizionismo, carcere, malasanità e malapolizia. «La schiena di Stefano è massacrata di fratture e la procura procede per lesioni lievi! Alla scoperta di una nuova frattura su L4, anticipata ieri da Popoff Globalist, si aggiunge l'ammissione clamorosa dei periti del tribunale: «Hanno prelevato tessuto osseo della vertebra nella parte opposta ed interna dove, guarda caso, vi era una vecchia frattura», dice ancora la sorella di Cucchi. «Abbiamo discusso per anni con la procura della frattura di L3. Ora apprendo che ieri si è concordemente riconosciuto che gli accertamenti ed i prelievi sono stati fatti sulla maggior parte della vertebra lasciando fuori proprio quella in discussione. Non solo, ma poi è emersa evidente un' altra frattura ad L4 , cioè così vicina e sotto ad L3 da non poter non far pensare che entrambe siano state procurate a Stefano con un calcio od un colpo diretto proprio in quella zona. Gli stessi consulenti del Pm, hanno fotografato abbondante sangue sui muscoli della stessa zona, che ,visti al microscopio, risultano anche lacerati». Ecco lo sfogo amarissimo di Ilaria dopo lo scoop estivo della Procura sulla frattura pregressa. A noi di Popoff era sembrato uno strano scoop, ora possiamo dire che era uno scoop non vero: «Non avrei mai pensato di esser costretta ad occuparmi in prima persona di tutto quanto sta accadendo al processo per la morte di mio fratello. Ma quanto è accaduto è inaccettabile per ogni normale cittadino. Mi sono sentita dire che mio fratello era tanto tanto malato, che sarebbe morto comunque, che era osteoporotico, quando tutti sanno perfettamente ed hanno capito che non è vero. Ci siamo sentiti dire che tutto quel sangue ben visibile in ogni parte del volto di mio fratello, derivava da un'unica piccola botticina con tante diverse migrazioni. Si è addirittura arrivati quest'estate, con gli scoop fatti sui presunti risultati delle indagini dei Pm, a mettere in dubbio la nostra onestà ignorando il fatto che proprio noi consegnammo la droga trovata in casa di Stefano alla procura. Quella droga che gli investigatori non avevano saputo trovare. Siamo stanchi ed arrabbiati per l'atteggiamento a noi riservato dai Pm. Non mi stancherò mai di ripeterlo: comprendiamo bene le ragioni degli imputati che hanno tutto il diritto di difendersi ed essere difesi, ma riteniamo inaccettabile quanto a noi riservato dalla pubblica accusa che rappresenta lo Stato durante e fuori dal processo».