Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale e tesoriera di Nessuno tocchi Caino è intervenuta oggi in Parlamento per chiedere che il ministro della Giustizia riferisca urgentemente in Aula sulle condizioni del carcere di Lecce, dopo la morte in ospedale, tra la notte di sabato e domenica scorsa, di Pop Virgil Cristria, un rumeno di 38 anni detenuto nel carcere salentino, a seguito di uno sciopero della fame di 50 giorni. Sulla morte di Pop Virgil Cristria, i deputati radicali, prima firmataria Rita Bernardini, hanno presentato un'interrogazione urgente al ministro della Giustizia, nella quale chiedono "se il ministro abbia disposto una specifica indagine sul decesso del detenuto; se al detenuto sia stata assicurata tutta l'assistenza possibile, oltre che umana, competente per le sue condizioni fisiche e mentali; se il ricovero in ospedale avrebbe potuto effettuarsi prima che le condizioni di Pop Virgil Cristria peggiorassero in modo fatale come è avvenuto; se, infine, il ministro non ritenga urgente avviare un'indagine sui decessi che avvengono tra i detenuti delle carceri italiane, inclusi i suicidi, per verificarne le cause reali e scongiurarne di nuovi".
Russo Spena (Prc): intollerabile morte detenuto dopo sciopero fame
"La morte di Pop Virgil Cristria, detenuto 38enne a Lecce, dopo 50 giorni di sciopero della fame è l'ennesimo, gravissimo episodio che accade nelle nostre carceri. Siamo vicini ai parenti della vittima. Morire in carcere è indegno per un paese civile: nemmeno nei peggiori regimi militari succedevano fatti del genere, oltre tutto in una situazione di abbandono totale di questa persona". Lo rileva Giovanni Russo Spena, responsabile nazionale giustizia di Rifondazione comunista. "I suicidi e il sovraffollamento delle carceri - osserva in una nota - sono un problema enorme sul quale il governo Monti non ha fatto e continua a non fare nulla".
Melis (Pd): autorità romene dovevano essere informate su morte detenuto
"Il Ministro degli Esteri Romeno, Andrei Marga, ha dichiarato ieri che le autorità diplomatiche romene non sarebbero state informate sulla situazione di salute del detenuto romeno, Virgil Cristian Pop, deceduto a Lecce, dopo uno sciopero della fame durato 50 giorni", - dichiara in una nota il deputato Pd, Guido Melis, presidente del Gruppo Interparlamentare di Amicizia Italia-Romania. "In base alla normativa vigente - continua Melis - i familiari in Romania e le autorità consolari romene in Italia avrebbero dovuto essere informati allo scopo di mettere in atto, pur nel rispetto della volontà dl soggetto, tutte le strategie atte a dissuaderlo dall'esito estremo del suo atteggiamento, cosa che a detta del Ministro degli Esteri Romeno non è stata fatta". "Visto che, a quanto appurato, nelle stesse condizioni (sciopero della fame) si trovano altri 35 detenuti, ho presentato insieme ai colleghi Ria e Touadì un'interrogazione al ministro della giustizia per capire cosa succede esattamente nelle carceri italiane e, infine, se i diritti dei detenuti (in questo caso stranieri) non siano di fatto, in simili casi, conculcati", conclude la nota.
Bellanova (Pd): detenuto morto, intervenga ministro
L'intervento del ministro della Giustizia perché vengano poste in essere azioni concrete per "contrastare la situazione disumana vissuta quotidianamente dai detenuti e di riflesso da tutti gli attori sociali che operano negli istituti penitenziari sovraffollati" viene chiesto in una interrogazione presentata dalla deputata del Pd Teresa Bellanova, dopo la morte di un detenuto del carcere di Lecce, un cittadino romeno 38/enne, avvenuta dopo 50 giorni di sciopero della fame.
Bellanova sottolinea come "la misura detentiva abbia già di per se stessa un impatto psicologico fortissimo sui soggetti coinvolti, ma ciò ha senza dubbio un riverbero più forte su quei soggetti, quali gli immigrati, che in moltissimi casi si trovano in una condizione di solitudine fisica e psicologica poiché lontani dalla propria rete familiare ed amicale". Tutto questo - secondo Bellanova - viene "amplificato dal fatto che molte di queste persone hanno anche difficoltà ad esprimersi nella lingua italiana". Questo scenario "serio e multiproblematico - sottolinea la deputata del Pd - in diversi istituti italiani è aggravato anche da un allarme igienico-sanitario, basti ricordare l'epidemia di scabbia che ha investito nel gennaio scorso il penitenziario di Bari".