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Caso Stefano Cucchi; secondo certificato medico lesione a vertebra risale almeno al 2003
Fonte: Tm News, 23 maggio 2012
23 maggio 2012

Un documento che in parte riscrive la storia clinica di Stefano Cucchi, il giovane deceduto ad una settimana dal suo arresto il 22 ottobre del 2009, nella struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini. Negli ultimi giorni gli inquirenti della Procura di Roma hanno acquisito, tramite la polizia giudiziaria, un certificato medico dello stesso nosocomio e risalente al 25 agosto del 2003. L'incartamento nel suo complesso è stato depositato all'attenzione dei giudici della III corte d'assise e messo a disposizione delle parti, compresi i componenti del collegio peritale che proprio oggi hanno avviato a Milano i lavori per individuare le cause del decesso, così come disposto dai giudici nelle scorse settimane.

Quel 25 agosto i medici del Dea, esaminata la radiografia della schiena, affermano che "dai primi accertamenti, a quanto visibile, non si rilevano lesioni osteo traumatiche di data recente". L'accertamento, a questo punto, fa ritenere che la lesione alla vertebra lombare L3 sia addirittura precedente al 2003. Questa assistenza avvenuta, per ammissione dello stesso Cucchi al personale sanitario, in seguito ad una caduta accidentale per l'assunzione di alcolici e una crisi epilettica, rischia di mettere in dubbio la tesi della parte civile secondo cui la stessa lesione sarebbe avvenuta a causa del pestaggio da parte degli agenti della polizia penitenziaria il 16 ottobre 2009 e avrebbe insieme ad altri elementi portato alla morte del giovane geometra.

Per quel che ha subito Cucchi e per come è finito sono sotto processo 9 tra medici e infermieri del Pertini, e 3 agenti della penitenziaria. I primi rispondono dello stato d'abbandono che portò alla morte, gli altri delle botte. Questo accertamento di cui oggi si ha notizia - secondo quanto si sottolinea a piazzale Clodio - conferma l'impostazione dei pubblici ministeri Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy i "secondini" devono rispondere di lesioni e non di omicidio preterintenzionale. Inoltre i consulenti dei pm, che avevano studiato le lesioni a livello macro e istologico all'indomani della morte di Cucchi, il trauma alla L3 è assolutamente sovrapponibile a quello osservato nel 2003.


Ilaria: verità si fa a Milano, non a Roma; il Pm Barba è evidentemente agitato


"Mi trovo in questo momento di fronte ai periti che hanno appena sballato i documenti e reperti del corpo di mio fratello e sono stati visionati. Esprimo viva soddisfazione per quanto si è svolto oggi a Milano. Il pm Barba è a Roma ed evidentemente è agitato. Le lastre e i documenti a cui fa riferimento erano ben note da mesi. E non dicono nulla, ma proprio nulla di diverso e di nuovo". Così, in una nota, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il 31enne geometra romano fermato per droga a Roma il 15 ottobre 2009 e morto il 22 ottobre successivo nel padiglione penitenziario dell'ospedale Sandro Pertini.

"Non esiste nessun referto medico di frattura di L3 ulteriore e diverso fatto da sanitari diversi da quelli del Fatebenefratelli - aggiunge. Nessuno ha mai in precedenza diagnosticato una frattura, che gli è stata procurata dagli agenti di Polizia penitenziaria che la Procura vuole evidentemente difendere. Se non si trattasse delle morte di Stefano troverei comico il fatto che si sbandieri come nuovo e dirompente un dato che non esiste, non è mai esistito ed è frutto esclusivo ancora una volta delle elucubrazioni dei consulenti del pm, così convincenti da costringere i giudici della Corte di Roma a mandarci oggi a Milano dai professori Grandi e Cattaneo. La verità su mio fratello - conclude Ilaria - si fa qui a Milano e non a Roma".