Il medico del carcere di Grasse (Francia) e due infermieri della medesima struttura penitenziaria sono i primi tre indagati per la morte di Daniele Franceschi, l'operaio viareggino di 36 anni deceduto in circostanze ancora tutte da chiarire il 25 agosto di due anni fa mentre era detenuto in Costa Azzurra per aver utilizzato delle carte di credito rubate all'interno del casinò di Cannes.
A rivelarlo è l'avvocato Aldo Lasagna, il legale che cura gli interessi della famiglia di Daniele Franceschi. I tre sarebbero accusati di omicidio involontario, il corrispondente francese del nostro omicidio colposo, dopo che la magistratura francese avrebbe riscontrato gravi responsabilità del personale medico e paramedico nella vicenda.
Secondo alcune indiscrezioni che arrivano dalla Francia, le negligenze non si limiterebbero esclusivamente al personale paramedico ma potrebbero coinvolgere anche qualche dipendente dell'amministrazione carceraria. Il giudice transalpino che si occupa del caso è infatti intenzionato a interrogare anche alcune guardie carcerarie al fine di stabilire eventuali responsabilità riguardo alla trascuratezza nella sorveglianza dei detenuti.
Mamma: finalmente giustizia, ma non mi fermo
"Finalmente cominciamo a vedere giustizia. Il 2 maggio andrà a Parigi a fare lo sciopero della fame e non mi muoverà da là fin quando non mi verranno dati tutti gli organi di mio figlio". Lo dice Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi, morto nel carcere francese di Grasse, interpellata, a margine della marcia per l'amnistia, sugli ultimi risvolti giudiziari del caso. Insieme a lei la senatrice Manuela Granaiola precisa: "Ho parlato con l'avvocato e mi ha detto che sono stati inviati avvisi di garanzia a un medico e due infermieri. Il giudice Morgan intende chiudere nel giro di pochi mesi".