Il cadavere di Giuseppe Uva deve essere riesumato. E deve essere sottoposto a una tomografia assiale computerizzata. Perché solo così si potrà essere realmente certi delle cause che, il 14 giugno 2008, provocarono la morte dell'artigiano di 43 anni.
Lo sostengono i tre superperiti nominati dal giudice monocratico Orazio Muscato per fare piena luce su una delle vicende più discusse degli ultimi anni a Varese (e non solo). Nel primissimo pomeriggio in tribunale sono state depositate le conclusioni preliminari redatte da Santo Davide Ferrara, ordinario di medicina legale e direttore della struttura di tossicologia forense di Padova; Gaetano Thiene, professore di anatomia patologica e direttore di cardiopatologia vascolare all'università di Padova; e Angelo Demori, professore di medicina legale all'università di Genova.
Ieri Demori è comparso in aula per spiegare alle parti in causa i motivi per i quali sarebbero necessari altri novanta giorni per fornire una risposta completa ai quesiti posti dal giudice.