Ancora detenuti al centro di casi controversi, sono tre le vicende di cui ci siamo occupati in questi giorni, una la scorsa settimana e altre due nell'edizioni di oggi. E una s'è conclusa in modo tragico, con la morte di un uomo, un cittadino romeno. C'è già quindi un'inchiesta che dovrà chiarire le cause della morte del trentenne Marcel Vitiziu, deceduto lunedì scorso per arresto cardiaco mentre in ambulanza dal carcere di Gazzi veniva trasferito al Policlinico.
Il procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro e il sostituto Federica Rende hanno dato infatti incarico a due medici legali palermitani di effettuare l'autopsia sull'uomo. Il 30enne era stato arrestato venerdì sera dai carabinieri in una rivendita di tabacchi di Camaro Inferiore. Era completamente ubriaco e all'arrivo dei militari si era scagliato contro di loro con calci e pugni.
A fatica i militari erano riusciti a mettergli le manette ma lui era riuscito a divincolarsi, e stando ad una prima ricostruzione dei fatti aveva perso l'equilibrio, cadendo e sbattendo il viso sul pavimento. Non si era affatto calmato e per metterlo sull'ambulanza era stato legato alla lettiga e ammanettato.
Al pronto soccorso dell'ospedale Piemonte era stato sedato, e giudicato guaribile in 30 giorni, con lesioni al naso e a un'arcata sopraccigliare. Quindici minuti dopo la mezzanotte era stato trasferito in carcere. L'indomani, alle 11, era stato portato in ambulanza al Policlinico per essere sottoposto ad una Tac, da cui erano emersi un trauma cranico - facciale, la rottura del setto nasale e un edema. Quindi era stato riportato in carcere, ma le condizioni erano peggiorate e nella giornata di domenica, alle 8.18, era stato sottoposto, al Policlinico, ad un'altra Tac, che aveva confermato la diagnosi precedente. Era quindi tornato di nuovo in carcere.
Lunedì, alle 9.30, il gip Massimiliano Micali non era in pratica riuscito a convalidare l'arresto per le sue condizioni psicofisiche. Alle 11.15 l'uomo aveva subito un arresto cardiaco mentre un'ambulanza correva verso il Policlinico, inutili si erano rivelati i tentativi di rianimarlo e a mezzogiorno era stato dichiarato il decesso.
Il legale d'ufficio, l'avvocato Giuseppe Serafino, nutre dubbi sulle cause del decesso che potrebbe essere stato provocato da lesioni interne "non correttamente diagnosticate tra venerdì sera e lunedì mattina". Quindi il legale ha chiesto alla Procura di accertare da dove eventualmente derivino, se da traumi o da percosse, ma anche perché sia stato trasferito in carcere in stato d'arresto per resistenza a pubblico ufficiale e non invece sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio.
Un altro caso venuto a galla in questi giorni, è praticamente analogo a quello del detenuto Sebastiano Destro, che abbiamo segnalato la scorsa settimana. Questa volta rischia di perdere parzialmente la vista il detenuto Salvatore Gottuso, e il caso lo segnala il suo difensore, l'avvocato Pietro Ruggeri, che ha inviato una serie di note tra l'altro al Magistrato di sorveglianza e al Garante regionale dei detenuti, l'on. Salvo Fleres.
Nell'ultima lettera del 5 settembre scorso inviata al Policlinico e alla casa circondariale il legale ha chiesto lumi su un intervento di chirurgia oculistica che il suo cliente avrebbe dovuto subire per un'ulcera corneale, ma "...tale operazione ad oggi non è stata effettuata con gravi e concrete ripercussioni sullo stato di salute del mio assistito, ma ancor di più, l'Uoc di Oftalmologia del Policlinico di Messina "G. Martino", come si evince dalla lettere in risposta alla mia richiesta di informazioni del 2 agosto, non sembra essere a conoscenza, non essendoci alcuna prenotazione, come la stessa Azienda ospedaliera attesta con comunicazione del 24 agosto, dell'intervento chirurgico che il sig. Gottuso avrebbe già da tempo dovuto effettuare".