Si trasforma in un caso nazionale la morte del detenuto trentenne romeno Marcel Vitiziu. La deputata dei Radicali Rita Bernardini vuole andare fino in fondo e ha depositato un'interrogazione a quattro ministri - Interno, Difesa, Giustizia e Salute - , per chiedere la verità sul decesso del detenuto. Sul suo blog ieri la parlamentare ha pubblicato l'intera interrogazione parlando anche di un possibile nuovo "Caso Cucchi" a Messina.
Lo scorso 6 ottobre - scrive la Bernardini, l'agenzia di stampa Agi ha diramato la notizia relativa alla morte di un detenuto rumeno che durante l'arresto si sarebbe fatto male da solo "sbattendo più volte il viso sul pavimento"; Marcel Vitiziu, 30 anni, ristretto nella casa circondariale di Gazzi, a Messina, è morto lunedì 3 ottobre per arresto cardiaco, mentre in ambulanza veniva trasferito al Policlinico; l'uomo era stato arrestato il venerdì precedente dai carabinieri in una rivendita di tabacchi di Camaro Inferiore.
Al momento dell'arresto - prosegue la parlamentare - , sarebbe stato ubriaco e si sarebbe scagliato contro i militari con calci e pugni, tanto è vero che, secondo alcuni, i carabinieri sarebbero riusciti a mettergli le manette con molta fatica e che, ciò nonostante, Marcel Vitiziu sarebbe riuscito ugualmente a divincolarsi perdendo l'equilibrio, cadendo e sbattendo il viso sul pavimento.
La Bernardini chiede quindi ai Ministri di conoscere la verità su questo caso anche attraverso un'inchiesta interna, e oggi affronterà l'argomento nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.
Su questa vicenda il procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro e il sostituto Federica Rende hanno già aperto un'inchiesta, l'autopsia è stata eseguita nei giorni scorsi dal medico legale Cettina Sortino e tra circa due mesi si saprà la verità.
Il difensore d'ufficio dell'uomo, l'avvocato Giuseppe Serafino, ha già espresso nei giorni scorsi dubbi sulle cause del decesso, che potrebbe essere stato provocato da lesioni interne "non correttamente diagnosticate tra venerdì sera e lunedì mattina".
Quindi il legale ha chiesto nei giorni scorsi alla Procura di accertare da dove eventualmente derivino, se da traumi o da percosse, ma anche perché sia stato trasferito in carcere in stato d'arresto per resistenza a pubblico ufficiale e non invece sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio.
Sullo sfondo di tutto questo c'è la gravissima situazione in cui versa il carcere di Messina - Gazzi, di cui s'è già occupata anche l'on. Bernardini, dove attualmente operano 198 unità di polizia penitenziaria (147 ai servizi interni e 51 addetti alle traduzioni anche per Barcellona Pozzo di Gotto), a fronte di un organico previsto di 293 unità, con turni per il personale che vanno dalle 12 alle 20 ore consecutive.
Sempre a Gazzi, a fronte di una disponibilità reale di 162 posti detentivi, sono presenti 393 detenuti. Una situazione impossibile, che costringe i detenuti a stare in cella come "sardine" in condizioni disumane e gli agenti a lavorare malissimo.