Rischia di diventare un "caso" internazionale la morte di Vitomir Bajic, 44 anni, il detenuto con doppia nazionalità, serba e montenegrina, trovato impiccato giovedì mattina nella sua cella del carcere comasco del Bassone.
A sottolinearlo è l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, che riporta una dichiarazione dell'avvocato serbo del detenuto, Borivoje Borovic: "Non è un suicidio - ha detto il legale. Denunceremo le autorità italiane. Il mio cliente non aveva alcun motivo per togliersi la vita. Semmai qualcuno dovrà spiegarci come fosse possibile che si trovasse in cella con un membro della stessa organizzazione".
A quanto ricostruisce l'Osservatorio, Vitomir Bajic era stato nelle forze speciali della polizia serba e dopo la caduta di Milosevic sarebbe diventato guardia del corpo di Darko Saric, a capo con il fratello Dusko di un 'cartellò di narcotrafficanti capace di trasferire ingenti carichi di droga dal Sud America al Montenegro.
Arrestato a Budva, proprio in Montenegro, nel novembre 2010 sulla base del mandato d'arresto Interpol emesso dall'Italia, Bajic è stato estradato nel nostro Paese a marzo 2011. Avrebbe dovuto presentarsi, mercoledì prossimo, ai magistrati della Dda di Milano, che indagavano, e indagano, sull'attività del suo gruppo. L'avvocato sostiene che mai il suo cliente si sarebbe tolto la vita: "Era tranquillo, sicuro che mercoledì lo avrebbero rimesso in libertà. Non aveva problemi economici né di altro tipo".
Sempre secondo il suo legale, però, era stato chiuso in cella con un coindagato, tale Srpko Klisura, circostanza che, spiega l'Osservatorio, a detta dell'avvocato meriterebbe di essere approfondita. Bajic era stato trovato morto attorno alle 11 del mattino: aveva atteso che i suoi compagni di cella uscissero per l'ora d'aria poi si era impiccato con la cintura di un accappatoio. Questo, almeno, è quello che risulta agli atti della Procura. Il pm Giuseppe Rose ha disposto un esame autoptico, per sgomberare il campo dai sospetti. La cella era in ordine, senza segni di violenza o di colluttazione. Ma avvocato e familiari insistono: "Non c'era motivo per cui dovesse togliersi la vita. Siamo convinti che dietro ci sia dell'altro. Denunceremo le autorità italiane". È probabile che nei prossimi giorni vengano sentiti anche i suoi compagni di cella.
Interrogazione parlamentare di Rita Bernardini
Interrogazione a risposta scritta. Al Ministro della Giustizia Per sapere, premesso che:
da notizie stampa si apprende del suicidio per impiccagione avvenuto nel carcere di Como il 22 settembre scorso del quarantaquattrenne cittadino Serbo Vitomir Bajic;
che si tratti di suicidio non è convinto il suo avvocato difensore Borivoje Borovic che sulla Gazzetta di Como del 24 settembre dichiara: "Denunceremo le autorità italiane. Il mio cliente non aveva alcun motivo per togliersi la vita. Semmai qualcuno dovrà spiegarci come fosse possibile che si trovasse in cella con un membro della stessa organizzazione";
sempre sulla Gazzetta di Como del 24 settembre si legge: "Arrestato proprio in Montenegro dall'Interpol lo scorso mese di marzo in quanto sospetto membro di una organizzazione internazionale che importava cocaina dal Sud America all'Europa, Bajic avrebbe dovuto presentarsi, mercoledì prossimo, ai magistrati della Dda di Milano, che indagavano, e indagano, sull'attività del suo giro. L'avvocato sostiene che mai il suo cliente si sarebbe tolto la vita: "Era tranquillo, sicuro che mercoledì lo avrebbero rimesso in libertà. Non aveva problemi economici né di altro tipo". Sempre secondo il suo legale, però, era stato chiuso in cella con un coindagato, tale Srpko Klisura, circostanza che a detta dell'avvocato meriterebbe di essere approfondita. Borovic era stato trovato morto attorno alle 11 del mattino: aveva atteso che i suoi compagni di cella uscissero per l'ora d'aria poi si era impiccato con la cintura di un accappatoio.
Questo, almeno, è quello che risulta agli atti della Procura. Il Pm Giuseppe Rose ha disposto un esame autoptico, per sgomberare il campo dai sospetti. La cella era in ordine, senza segni di violenza o di colluttazione. Ma avvocato e familiari insistono: "Non c'era motivo per cui dovesse togliersi la vita. Siamo convinti che dietro ci sia dell'altro. Denunceremo le autorità italiane". È probabile che nei prossimi giorni vengano sentiti anche i suoi compagni di cella";
che Baijca non fosse un "pesce piccolo" lo si apprende dall'Osservatorio Permanente delle morti in carcere (Radicali Italiani, Associazione "Il Detenuto Ignoto", Associazione "Antigone", Associazione A "Buon Diritto", Redazione "Radiocarcere", Redazione "Ristretti Orizzonti") che il 24 settembre riprendeva una notizia del giornale online Etleboro del 20 novembre 2010 in cui si leggeva che "Vitomir Bajic era stato nelle forze speciali della polizia serba e dopo la caduta di Milosevic sarebbe diventato guardia del corpo di Darko Saric, a capo con il fratello Dusko di un "cartello" di narcotrafficanti capace di trasferire ingenti carichi di droga dal Sud America al Montenegro (dell'ottobre 2009 il sequestro di 20 quintali di cocaina in partenza da un porto uruguaiano);
sempre L'Osservatorio Permanente delle morti in carcere, riprende dall'Agenzia Balcani 2011 gli estremi dell'arresto: Baijca fu arrestato a Budva (Montenegro) nel novembre 2010, sulla base del mandato d'arresto Interpol emesso dall'Italia, e successivamente estradato nel nostro Paese a marzo 2011:-
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se corrisponda al vero che Vitomir Baijc si trovasse in cella nel carcere di Como con altro (o altri) coindagati e, se vero, quali ne siano state le ragioni;
nel caso in cui i coindagati fossero stati messi appositamente nella stessa cella per disposizione dei magistrati al fine di eseguire intercettazioni ambientali utili alle indagini, se tali intercettazioni siano state messe al sicuro e consegnate all'Autorità giudiziaria;
nel rispetto e a prescindere dalla inchiesta avviata dalla magistratura quali siano gli intendimenti del Governo e quali siano gli esiti, allo stato, dell'inchiesta avviata nell'ambito dell'amministrazione penitenziaria al fine di accertare modalità ed eventuali responsabilità in ordine al suicidio di Vitomir Bajic.