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Lecce: detenuto di 46 anni si impicca in cella, è il 35esimo suicidio in carcere da inizio anno
Fonte: Ansa, 14 luglio 2011
14 luglio 2011

Un detenuto di 46 anni, Antonio Padula, di Francavilla Fontana (Brindisi), si è tolto la vita nella cella del supercarcere di Borgo San Nicola a Lecce, impiccandosi con i lacci delle scarpe. A scoprire l'accaduto questa mattina è stato un agente di custodia. L'uomo si trovava in carcere per l'omicidio di Donato Andrisani, di 60 anni, originario di Francavilla Fontana, avvenuto nel gennaio scorso e confessato da Padula. Andrisani venne soffocato con una busta di plastica e poi dato alle fiamme. Un suicidio che conferma la denuncia dei sindacati di Polizia penitenziaria in merito al sovraffollamento esistente nell'istituto di detenzione di Lecce.

Zazzera (Idv): suicidio carcere, serve riflessione parlamento

"Oggi l'ennesimo episodio di suicidio di un detenuto - dichiara l'On. Pierfelice Zazzera (Idv) che da tempo denuncia il problema del sovraffollamento delle carceri, sentito in particolar modo nella sua Regione, la Puglia - e la responsabilità di questa morte è delle istituzioni - prosegue Zazzera - perché nonostante il fenomeno del sovraffollamento abbia assunto ormai dimensioni inaccettabili, non sono state in grado di risolvere responsabilmente il problema.

La Puglia è la regione con il più alto numero di sovraffollamento, con un surplus di presenze di 1961 unità. Nel carcere di Borgo San Nicola di Lecce, dove questa mattina l'uomo di 46 anni si è impiccato, i detenuti sono ammassati come bestie, e i diritti umani vengono ogni giorno calpestati.

In Italia e in Puglia in particolare - prosegue Zazzera - lo sconto della pena non è, come previsto dalla legge, un percorso volto alla rieducazione di chi sbaglia, ma è l'anticamera dell'inferno. Mentre il piano nazionale carceri del Governo non riesce a partire, la gente continua ad uccidersi nella totale indifferenza del mondo esterno.

Noi dell'Italia dei Valori - continua il dipietrista - fermamente contrari ad ogni amnistia o indulto, riteniamo sia necessario adottare una nuova politica penitenziaria aperta alle pene alternative e che favorisca la depenalizzazione dei reati minori, come a esempio il consumo delle droghe leggere o il reato di clandestinità. Si pensi soltanto che in Lombardia di sono 4.200 extracomunitari su 9.000 detenuti. Ma per far questo - conclude Zazzera - serve una riflessione interna al Parlamento, che continua a restare lontano dal problema delle carceri".