Un diario dal carcere con le pagine strappate e una lettera scritta poche ore prima della morte e nascosta tra le pieghe di un maglione di lana. Si infittisce il giallo di Daniele Franceschi, il carpentiere di 36 anni trovato cadavere il 25 agosto dello scorso anno in una cella del carcere francese di Grasse, entroterra di Cannes. Ieri Cira Antignano, la mamma coraggio che per cercare la verità sulla morte del figlio ha rischiato di essere arrestata dalla polizia francese, ha lanciato un ultimo appello. «Quelle pagine strappate del diario e la lettera, l'ultima testimonianza di Daniele - ha detto in lacrime - sono le prove che si deve ancora indagare. Non so se mio figlio è stato picchiato, certamente non è stato soccorso. Lo hanno fatto morire solo come un cane».
Nell'ultima lettera, datata 25 agosto 2010, Franceschi scrive alla mamma di sentirsi male e di aver deciso di rinunciare al lavoro in carcere anche se, come gli ha detto la psicologa, gli costerà molto. «Cara ma', oggi ho avuto un dolore alla spalla molto forte ed è una cosa che si ripete da settimane e di frequente - scrive Daniele - mi è appena presa una fitta forte di dolore dalla spalla sinistra fin verso il cuore, ma stamani mi hanno fatto la radiografia e mi hanno detto che cuore e polmone sono a posto. Tra una settimana mi rifaranno le lastre, ma ho l'idea che scoprire che cosa è e che cosa sarà non è un'impresa facile. Non ho mai avuto un infarto, ma se dovessi descrivere il dolore che provo direi che è simile a un infarto. Sento crescere il dolore a poco a poco dalla spalla verso il cuore».
Poche ore dopo Daniele veniva trovato privo di vita sul pavimento della cella. Arresto cardiaco, il referto di morte, ma per i legali del giovane sono molti i particolari ancora da chiarire. La lettera è stata trovata da mamma Cira quasi per caso. Aveva appena ricevuto dal carcere di Grasse gli effetti personali del figlio in due scatole e quando ha preso il maglione, nero a righe bianche, la lettera è caduta in terra. «La signora - dice l'avvocato Mariagrazia Menozzi - mi ha appena informato e io ho disposto l'invio del documento al giudice istruttore francese. Credo che la lettera sia una testimonianza estremamente importante per stabilire come è morto Daniele».
Su quella missiva, l'ultima, c'è anche una testimonianza: quella del compagno di cella di Daniele, assente al momento della morte del giovane versiliese. Alla madre aveva raccontato di aver visto l'amico scrivere una lettera il giorno stesso della morte ma di non sapere che fine avesse fatto. Qualcuno l'ha nascosta per poi farla recapitare alla famiglia. Anche il «diario di cella», così il giovane aveva ribattezzato un quaderno dove annotava la cronaca di ogni giorno di carcere, è un altro mistero. «Le autorità francesi dovranno spiegarci perché alcune pagine del diario di Daniele sono state strappate - afferma l'avvocato Aldo Lasagna - e guarda caso sono le ultime scritte, dal 31 luglio in poi. Forse c'erano testimonianze importanti».
Mamma Cira ha deciso di lanciare un ultimo appello alle autorità d'Oltralpe sugli organi del figlio ancora «conservati in alcuni laboratori francesi». «La Francia ce li aveva promessi ma ancora non sono arrivati», conclude mamma Cira.