Incredulità, disagio, rabbia, queste sono le sensazioni che si raccolgono all'interno del Carcere di Bari da parte dei Poliziotti Penitenziari frastornati dal clamore mediatico creatosi intorno alla vicenda relativa al detenuto Marco Saturno che in data 30 u.s. ha tentato il suicidio.
La cosa che non va giù è che attraverso un abile regia mediatica le vittime si sono trasformate in carnefici. Eppure il Sappe, sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, nei giorni scorsi aveva messo in guardia i mass-media dal raccontare una storia che non corrispondeva alla verità posta in essere da chi aveva tutto l'interesse a creare un caso mediatico per interessi non tanto nascosti.
Proprio per questo, un minuto dopo la fine dell'inchiesta avviata dalla Magistratura di Bari, il Sappe chiederà conto a queste persone del grave danno di immagine e morale provocato a dei lavoratori che in silenzio, tra le mille difficoltà di un sistema alla sbando, ci stanno rimettendo anche la dignità.
Nonostante il Sappe abbia raccontato in maniera precisa quanto accaduto nelle tragica giornate del 30 marzo scorso, si è continuato ad ingenerare dubbi, sospetti arrivando persino a prefigurare un diretto coinvolgimento della Polizia Penitenziaria nel tentato omicidio del Saturno. Così si è parlato di pestaggio del detenuto avvenuto in data 29 marzo, cosa non vera, si è parlato che lo stesso stesse all'isolamento e da solo, cosa non vera e così via.
Purtroppo i fatti documentati parlano di un improvviso gesto di ribellione del Saturno (con seri problemi psichiatrici) alla notizia del suo trasferimento in altra sezione del carcere (III Sezione) poiché il reparto ove era ristretto doveva essere chiuso per ristrutturazione.
Voleva essere trasferito a Taranto il detenuto, ma a Taranto come in altri penitenziari della regione il Saturno ci era stato, creando sempre situazioni di disordine.
Così ha iniziato a scalciare nei confronti di un sovrintendente, un servitore della Stato, che per 1.400 euro al mese, stava solo facendo il suo dovere, lo doveva trasferire in altro reparto.
Ed i segni di tale aggressione si leggono tutti negli occhi e nel fisico del coraggioso poliziotto penitenziario che ha subito una frattura della mano con una prognosi di 35 giorni, una trauma cranico ed escoriazioni alla mano ed al basso ventre.
È triste constatare che tanti cosiddetti perbenisti a cominciare dalla Presidente della Regione Vendola, cosi attento a visitare i familiari del detenuto o del parlamentare del Pd che ha subito fatto un interpellanza parlamentare, non abbiano avuto nemmeno una parola di conforto per un lavoratore che barbaramente aggredito che ha così pagato il suo attaccamento alle Istituzioni.
Come si diceva, dopo l'aggressione del Saturno, sono subito accorsi altri colleghi a bloccare il detenuto che continuava a scalciare all'impazzata e nonostante quanto accaduto non c'è stato alcun pestaggio od altro. E ciò viene testimoniato dalla visita medica effettuata dal medico di guardia al detenuto Saturno 40 minuti dopo il fatto.
Poi lo stesso una volta calmatosi è stato accompagnato al piano terreno della Terza sezione in attesa di essere smistato nel piano superiore. Non era in isolamento e non era nemmeno solo il detenuto Saturno, tanto è vero che ha condiviso la stanza con un altro detenuto che verso le ore 14.30 circa è uscito poiché scarcerato.
Considerato che le lesioni che il Saturno ha provocato al Sovrintendente, erano abbastanza gravi, si è proceduto, così come prevede la legge, al suo arresto per il reato di lesioni gravi.
Dopo tale contestazione il detenuto è stato riaccompagnato, sempre nella cella, che ripetiamo non è di isolamento.
Anche per quanto riguarda i soccorsi si ribadisce che sia il personale di Polizia Penitenziaria che quello medico presente nella sezione è occorso con la tempestività necessaria e ciò e dimostrato dal fatto che il detenuto è giunto in condizioni gravi, ma vivo presso l'Ospedale.
Il Saturno aveva una serie di problemi psichiatrici e per questo veniva seguito dal servizio specialistico all'interno del carcere ove in più occasioni, nonostante il breve periodo trascorso a bari da ottobre 2010 al aprile 2011, ha posto in essere gesti autolesionistici come inghiottire lamette, tagliarsi i polsi o tentare il suicidio, anche in questo caso soccorso in tempo dal personale di Polizia Penitenziaria.
Pertanto tutte le illazioni i sospetti i dubbi, nel tentativo di collegare i fatti accaduti circa 8 anni fa a Lecce sono figli di malafede, disinformazione, se non di peggio. Per questo chi ha messo in giro queste voci pagherà per queste affermazioni.
Ultima questione il Sappe la vuole rappresentare poiché ora tutti piangono, si disperano, gridano allo scandalo, mentre nei fatti il Saturno all'interno del Carcere di Bari era solo.
Infatti nei sei mesi trascorsi all'interno del penitenziario Barese, non ha mai telefonato alla propria famiglia e nemmeno fatto colloqui, se si esclude un unico colloquio nel mese di gennaio a seguito di intervento dell'Ufficio educatori del carcere di Bari presso i servizi sociali di Taranto che, avrebbero caldamente invitato i familiari ad incontrare il proprio congiunto.
Noi rispettiamo il dolore di tutti e quando una persona muore in carcere è una sconfitta per tutti, ma non si può scaricare in maniera subdola tutta la colpa sulla Polizia Penitenziaria.
L'Istituzione carcere è malata, per tanti motivi che il Sappe denuncia da tempo, sovraffollamento, carenza di personale, strutture fatiscenti, carenza di servizi socio-sanitari e bene farebbe il Presidente Vendola dopo la commozione di rito, ad interrogarsi perché la sanità all'interno delle carceri pugliesi è al collasso.
Nei mesi scorsi, per esempio, il Sappe denunciò che a Foggia su oltre 170 detenuti con problemi psicologici e psichiatrici era in servizio un solo psichiatra con sole 50 ore lavorative al mese per assistere tanti malati. Il Sappe vuole sperare che da questo caso nasca una vera discussione sul carcere, anche se si sa che spente le luci, tutto ritorna come prima, tanto è vero che nemmeno i suicidi in carcere registratisi in questo 2011, hanno sollevato granché.
Proprio per essere vicino al personale di Polizia Penitenziaria di Bari e della Regione, la prossima settimana verrà in Puglia il Segretario Generale dottor Donato Capece che visiterà nella giornata di martedì 12, i penitenziari di Lecce e Taranto, mercoledì 13, Trani e Foggia e giovedì 14 Turi e Bari.
Federico Pilagatti
Segretario Nazionale Sappe