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Una storia di pestaggi e di vecchi rancori dietro il suicidio di Carlo Saturno
Fonte: Bari Sera, 8 aprile 2011
8 aprile 2011

Una storia di pestaggi, denunce insabbiate e rancori che si trascinano da quasi 10 anni. Questi gli ingredienti dietro il suicidio di Carlo Saturno, il giovane che si è impiccato nel carcere di Bari lo scorso 30 marzo, a quanto pare dopo un pestaggio, forse l'ennesimo, che avrebbe subito da parte di alcuni agenti di polizia penitenziaria il giorno precedente il folle gesto.

Sul suo decesso la Procura ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Qualcuno potrebbe averlo indotto al folle gesto, ma chi e per quale motivo?
Gli ingredienti di questa nuova tragedia, trovano una prima risposta nel processo in corso a Lecce, anche se la prescrizione è vicina, dove sono imputati Gianfranco Verri, capo delle guardie carcerarie dell'istituto minorile di Lecce (ormai chiuso), Giovanni Leuzzi, il suo vice, Ettore Delli Noci, Vincenzo Pulimeno, Alfredo De Matteis, Emanuele Croce, Antonio Giovanni Leo, Fernando Musca e Fabrizio De Giorgi, tutti agenti della Penitenziaria, per fatti compiuti tra il 2003 e il 2005. Questo processo nasce da un esposto dell'allora sottosegretario alla Giustizia e attuale senatore del Pd, Alberto Maritati.
Ma in realtà, prima che Maritati prendesse in mano la vicenda, anche sulla base delle dichiarazioni di Roberto Della Giorgia, medico nella struttura minorile, già erano stati inviati esposti all'attenzione dell'allora capo del Dipartimento Giustizia Minorile, Rosario Priore, l'ex giudice istruttore che seguì l'inchiesta sulla strage di Ustica. Un uomo tutto d'un pezzo, ci raccontano le cronache, che però a quanto pare non tenne in dovuta considerazione la missiva del 29 giugno 2005, firmata dell'ex direttore dell'istituto minorile di Lecce, Francesco Pallara, con la quale si denunciavano una dozzina di guardie del penitenziario minorile, per violenze e abusi sui giovani detenuti.
Una lunga lista di presunte vittime, tra i quali c'era anche Carlo Saturno, teste chiave nel processo contro Verri, ritenuto essere il reale artefice di queste aggressioni. Sulla base di questa missiva, inviata anche all'allora capo dell'amministrazione penitenziaria di Bari, Francesca Perrini, non fu avviato alcun procedimento di controllo interno, ed anzi l'ex direttore dell'istituto minorile di Lecce, fu trasferito.
Sembra, dunque, che Saturno possa aver deciso di suicidarsi dopo alcune pressioni. È per questo che la Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. Ora si attendono solo i risultati dell'esame autoptico affidato al medico legale Francesco Introna, il quale ha tenuto a precisare che "i segni trovati sul collo di Saturno sono compatibili con un lenzuolo legato tipo cappio". Intanto è in corso una perquisizione nel carcere di Bari da parte della polizia giudiziaria su disposizione della Procura. La polizia giudiziaria sta acquisendo fascicoli e documentazione utili a ricostruire i giorni precedenti a quello che sembra essere un suicidio. È certo, comunque, che dopo l'aggressione Saturno è stato rinchiuso in isolamento, dopo aver compiuto un furto all'interno della stessa struttura.