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Carlo Saturno dopo aver denunciato gli agenti aveva paura, voleva essere trasferito
Fonte: La Repubblica, 6 aprile 2011
6 aprile 2011

Era arrivato a Bari da cinque mesi, ma voleva già andare via. Aveva inoltrato infatti la richiesta per essere trasferito il più lontano possibile dalla Puglia. Possibilmente al Nord, dove nessuno potesse sapere chi era e cosa aveva fatto. Ma non ce l'ha fatta ad aspettare una risposta. Carlo Saturno, 22 anni, di Manduria, si è impiccato nella sua cella del carcere di Bari.
Da giovedì è ricoverato nel reparto di Rianimazione del Policlinico dove lotta tra la vita e la morte. Il giovane, detenuto per furto, era reduce da una lunga odissea tra le carceri pugliesi. A 16 anni era stato rinchiuso nell'istituto di pena minorile di Lecce. Poi era stato trasferito nel penitenziario di Taranto, subito dopo nel carcere di Lucera e infine, da pochi mesi, in quello di Bari. Ma in Puglia non ci voleva stare. Voleva scontare la sua pena altrove.
Perché qui, sosteneva il giovane, tutti sapevano che era stato lui a denunciare, nel 2006, nove agenti di polizia penitenziaria del carcere minorile di Lecce. I nove, tra cui il capo degli agenti e il suo vice, sono accusati di violenze nei confronti dei piccoli detenuti. Ed era stato proprio Carlo Saturno a puntare il dito contro di loro.
Aveva fatto nomi e cognomi persino in televisione durante la trasmissione Mi manda Rai tre a cui aveva partecipato qualche anno fa. "Sto pagando i miei sbagli - aveva detto Saturno - non posso essere sottoposto ad ulteriori vessazioni e violenze". Dal 2006 però il giovane assumeva psicofarmaci. Ne aveva bisogno per superare gli episodi di violenza subiti nel carcere di Lecce quando era ancora minorenne. Secondo l'accusa sarebbero stati due, dal 2003 al 2005, i casi di lesioni refertati dalle analisi mediche. La prima volta Saturno sarebbe stato malmenato da un gruppo di agenti riportando un trauma alla gamba.
La seconda invece uno schiaffo violento del capo sezione gli avrebbe lesionato il timpano. A questo si aggiungerebbero poi i numerosi episodi di violenza privata: provocazioni e pressing psicologico che il giovane avrebbe riferito al suo avvocato Tania Rizzo del foro di Lecce. Era stata lei una delle ultime persone a vederlo.
"Lo avevo incontrato venti giorni fa - spiega il legale - nel corso di un'udienza del processo che lo riguardava e l'ho trovato sconvolto: era agitato, nervoso e scostante". Proprio oggi intanto si terrà l'udienza istruttoria davanti al giudice del Tribunale di Lecce Fabrizio Malagnino. Si tratta del terzo mutamento di giudice dall'inizio del processo.