"Non smetto mai di guardare la foto dove stiamo tutti insieme e mi viene da piangere perché ho tanta paura, non so quando vi posso riabbracciare, non so quando uscirò, non so niente e questo mi fa stare molto triste, non provo più un pizzico di felicità".
Questo scriveva Carlo Saturno alla sorella Anna una decina di giorni prima che s'impiccasse in carcere. Ora il giovane, 22 anni, di Manduria, è ricoverato in condizioni disperate nella rianimazione del Policlinico di Bari. La sua lettera che porta la data del 18 marzo, è l'ultima ricevuta dai familiari di Saturno trovato in fin di vita lo scorso 30 marzo nel carcere di Bari dove stava scontando una pena per furti in appartamento.
Il nome di Saturno era noto alla cronaca perché fu tra i primi coraggiosi ex detenuti del minorile di Lecce a testimoniare contro le guardie carcerarie finite sotto inchiesta per presunti episodi di violenza fisica e psicologica compiuti nei confronti dei reclusi tra il 2005 e il 2007. L'indagine della Procura ha aperto il processo ancora in corso che vede dietro la sbarra nove agenti di polizia penitenziaria tra cui l'ispettore capo Gianfranco Verri.
Il giovane, con altri due ex minori detenuti, figura come parte lesa nel processo. Per la sorella Anna, destinataria dell'ultima lettera scritta dal fratello dieci giorni prima che tentasse il suicidio, gli episodi del minorile di Lecce "lo hanno sicuramente danneggiato nella psiche ma non riguardano quello che è successo a Bari".
Per la donna che vive a Pulsano, in provincia di Taranto, "bisognerebbe piuttosto indagare su cosa è successo negli ultimi giorni di vita" nel penitenziario barese. "Non dovevano lasciarlo solo, doveva essere controllato a vista perché aveva già tentato di uccidersi tagliandosi le vene", racconta Anna mostrando con un dito la parte della lettera dove il fratello fa riferimento a quell'episodio. "Cara sorellina mi dispiace di averti fatto piangere, vedi che non mi sono tagliato tutto ma è stato un momento di crisi che sto passando tuttora", si legge nella missiva carica di altri evidenti segni di sofferenza.
"Sosò (sorella mia, nda), ti aspetto tanto, quando vieni? Scrivimi presto per favore, statemi vicino" Anche il fratello Ottavio è convinto che Carlo si sarebbe potuto salvare "se solo avessero voluto". "Quando lo hanno tirato giù - racconta - mio fratello non respirava da un pezzo, chissà quanto tempo è stato appeso prima che lo soccorressero", conclude Ottavio che si è già rivolto ad un legale di fiducia per perorare la causa del fratello. Toccante, infine, la frase che Saturno scrive sul retro della lettera alla sorella Anna: "Ti voglio tanto bene, statemi vicino, vieni presto per favore perché voglio vederti".
La Procura indaga sul caso
Una indagine conoscitiva per chiarire le modalità e le circostante del gesto di Carlo Saturno, il giovane parte civile nel processo contro 9 poliziotti del carcere minorile di Lecce. La Procura di Bari ha avviato un'indagine conoscitiva, per chiarire le modalità e le circostanze in cui si è verificato il tentativo di suicidio del 31 marzo scorso nel carcere di Bari di un giovane di Manduria di 22 anni. Il fascicolo d'inchiesta, iscritto a modello 45, cioè senza indagati né ipotesi di reato, dovrà far luce sulle possibili cause ed eventuali responsabilità che hanno portato al gesto.