Finisce davanti alla Corte di Cassazione il caso di Marcello Lonzi, il detenuto morto nel carcere livornese delle Sughere l'11 luglio 2003. La madre del ventinovenne livornese, Maria Ciuffi, aveva annunciato che si sarebbe rivolta ai giudici romani già subito dopo la sentenza di archiviazione pronunciata a maggio dal gip di Livorno Rinaldo Merani che accolse la richiesta della Procura.
Sulle circostanze del decesso di Lonzi (che si trovava recluso per tentato furto e con un residuo di 4 mesi di pena da scontare) era stata condotta una inchiesta terminata con la richiesta d'archiviazione delle posizioni di tre indagati (due guardie carcerarie e il compagno di cella). Secondo i magistrati livornesi Lonzi morì a causa di un malore. Già nel 2004 una prima inchiesta era terminata con un'archiviazione.
"Ci sarà un giudice in tutta Italia che mi ascolterà? - dice Maria Ciuffi, che da 8 anni si batte per la verità sulla morte del figlio - Se neanche la Cassazione lo farà, sono pronta ad andare fino a Strasburgo, alla Corte dei diritti dell'uomo. Se ci va Berlusconi, posso andarci anch'io, no?". "Nonostante tutto - conclude Ciuffi - non ho perso la speranza".