Tracce di gas nel corpo di Yuri Attinà, il giovane di 28 anni morto in carcere la scorsa settimana. È quanto emerge dalle prime indiscrezioni emerse dall'autopsia eseguita sabato mattina dal medico legale, Luigi Papi. I risultati ufficiali devono ancora arrivare, ma in base a quanto emerso il giovane avrebbe assunto una notevole quantità di gas prima di morire. Lo conferma anche il fatto che accanto al suo corpo è stata trovata una bomboletta (tipo quelle da campeggio) che vengono date in dotazione alle celle per preparare il caffè. Yuri era alle Sughere, al settimo padiglione, in cella con due compagni. Nei prossimi giorni, arriveranno anche gli esiti delle verifiche tossicologiche.
"Yuri fumava il gas in cella - dice la nipote, Valentina - invece il direttore dell'istituto detentivo ci aveva assicurato che era impossibile perché "i controlli sono scrupolosi". Inoltre ci risulta che Yuri aveva assunto gas anche mentre era detenuto a Pisa, due anni fa circa. Non capisco come mai alle Sughere lui avesse ancora a disposizione il fornellino".
La ragazza parla a nome dei familiari e chiede giustizia per Yuri, in particolare chiarezza sulla modalità dei soccorsi. "Ci hanno detto che è morto subito e che i soccorsi sono stati immediati. Invece c'è chi dice che l'ambulanza sia arrivata molto dopo. Io non so come stiano le cose e non voglio certo cercare colpe che non esistono. La responsabilità di questa storia è di Yuri, che l'ha pagata anche cara. Ma se c'è qualcuno che ha sbagliato è giusto che paghi".