Il 6 ottobre scorso, come ogni giorno, Emauel Yusif è uscito di casa, a Castelvolturno. Doveva andare a Villaricca, altro comune vicino, da un suo amico. Scappato dal Ghana nel 2008, era sbarcato in Calabria, aveva raggiunto un parente e chiesto il permesso di soggiorno come rifugiato politico. Lavorava come manovale aspettando qualche caporale alle rotonde, al nero ovviamente, o si arrangiava vendendo cd per le vie di Napoli. Il compaesano con cui viveva, Rockson, non vedendolo tornare, 3 giorni dopo si era recato dai carabinieri per denunciarne la scomparsa. La risposta è arrivata immediatamente "vai a vedere all'obitorio. Abbiamo portato lì un africano". «C'è un inchiesta in corso - racconta l'avvocato Mara Biancamano - dell'associazione Volodiritto - e aspettiamo elementi nuovi per capire cosa è successo nelle sue ultime ore di vita». Secondo i carabinieri il ragazzo è precipitato dal secondo piano di un palazzo a Villaricca. Stava sfuggendo ad un controllo e si era infilato nello stabile, ma alcune cose non quadrano. Yusif era a dorso nudo, senza camicia. Potrebbe aver avuto una colluttazione con qualcuno prima di precipitare al suolo. Gli avvocati temono che si vada verso l'archiviazione ma sono disposti ad impugnarla, vogliono vederci chiaro, vogliono poter accedere a tutti gli atti, alle relazioni dei carabinieri, alle fotografie scattate al corpo. Il referto, in base ad un esame esterno, del cadavere di Emmauel Yusif Abdulmakid, considera come causa del decesso un grave trauma encefalico in policontuso. Nessuno ha finora chiesto di effettuare un autopsia. Rockson parla di Yusif come di un ragazzo tranquillo che non aveva mai creato problemi, lo definisce molto dolce. Nessun problema con la giustizia, solo un fermo, legato al fatto che non aveva i documenti in regola. In 2 anni aveva ottenuto solo una protezione temporanea ed era scaduta. Aveva paura, questo sì,di essere rimandato al proprio paese o, peggio, di finire in un centro di identificazione ed espulsione. Ora non può più aver paura delle leggi dello stato, il suo corpo giace in obitorio da ormai 70 giorni. Il suo legame con l'Europa, un parente che vive in Germania, ha effettuato il riconoscimento ufficiale e non riesce a darsi pace. Ora vuole ricostruire le ultime ore della vita del ragazzo, vuole dare spiegazione ai genitori rimasti in Ghana, cercare una verità che forse non verrà mai. E deve anche trovare 5000 euro, tanto costa il trasporto a casa della salma, una cifra enorme per una famiglia di lavoratori. L'associazione Volodiritto sta seguendo questa storia e cerca di supportare il parente ma è una associazione di volontari e le istituzioni non hanno manifestato finora alcuna intenzione di dare un contributo. C'è comunque da attendere il proseguo dell'inchiesta:«La cerimonia funebre, se mai ci sarà - dice Jean Bilongo, camerunense, un riferimento per le varie comunità africane della zona - avrà senso se si potrà raccontare a chi conobbe il ragazzo da bambino, come e perché è deceduto. Altrimenti resterà sempre qualcosa di incompiuto». «Una storia di quelle che non dovrebbe mai accadere in questo Paese - riprende l'avvocato Biancamano - estrema ma non unica nel suo genere». L'avvocato racconta di un clima a Napoli e nel casertano che sta peggiorando nei confronti dei migranti. Un clima a cui la Campania non è abituata:«La polizia municipale insegue spesso in maniera cattiva i ragazzi sorpresi a vendere merce contraffatta, anche se la popolazione non gradisce il loro intervento, è capitato ad un nostro collega di assistere a più di un episodio per cui presenteremo un esposto alla procura della Repubblica». C'è voglia di reagire e di non rassegnarsi, di organizzare iniziative mettendo in rete le esperienze antirazziste presenti e forti in un territorio martoriato da ben altri problemi. «Come associazione, dopo le feste proporremo mobilitazioni - racconta Mara Biancamano - spero che molte persone ci seguano».