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Caso Cucchi; domani nuova udienza preliminare, parlano i legali degli imputati
Fonte: Dire, 8 novembre 2010
8 novembre 2010

È prevista per domani la prossima udienza del processo per la morte di Stefano Cucchi, il 31enne romano deceduto nel reparto detentivo dell'ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre del 2009, pochi giorni dopo essere stato arrestato per possesso di sostanze stupefacenti.

Domani saranno i legali degli imputati a intervenire davanti al giudice, e a quanto riferito da Diego Perugini, avvocato difensore di Nino Menichini, uno degli agenti penitenziari rinviati a giudizio, potrebbero anche fare "i nomi di chi ha davvero picchiato Stefano Cucchi. La nostra sarà una ricostruzione dei fatti integrale, completa. E al giudice diremo quello che è già negli atti, che a nostro avviso è già sufficiente per arrivare al proscioglimento. Tutto quello che è accaduto a Stefano è successo prima che arrivasse nelle celle del carcere".
Nel corso dell'udienza preliminare dello scorso 26 ottobre, i pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy hanno formalizzato al gup, Rosalba Liso, la richiesta di rinvio a giudizio per dodici persone e di due anni di reclusione per la tredicesima, che ha invece chiesto il rito abbreviato. Processo chiesto quindi per tre agenti penitenziari, sei medici e tre infermieri dell'ospedale Pertini, mentre a volersi avvalere del rito abbreviato è stato il funzionario del provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, Claudio Marchiandi.
I reati contestati vanno dall'abuso di autorità nei confronti di un arrestato, alle lesioni aggravate, dall'abbandono di persona incapace al favoreggiamento, all'omissione di referto. Se gli agenti di Polizia penitenziaria, tra le altre cose, sono accusati di lesioni aggravate e di abuso d'autorità, medici e infermieri, invece, avrebbero abbandonato Cucchi non adottando così "presidi terapeutici" e "assistenza". In particolare, i pm hanno spiegato di aver parlato di lesioni, e non di omicidio preterintenzionale, per gli agenti penitenziari perché non è stato riscontrato legame tra le lesioni e la morte, mentre da parte dei medici e degli infermieri ci sarebbe stato un disinteresse.