Questa mattina intorno alle 11.30 un detenuto del carcere della Dozza di Bologna, P.G., si è tolto la vita impiccandosi con i lacci delle scarpe: era sloveno, aveva 32 anni e si è ucciso nei locali delle docce. A rendere noto il tragico episodio è il segretario generale della Uil Pubblica amministrazione Penitenziari, Eugenio Sarno. "È il 58esimo episodio - afferma Sarno in una durissima nota - questa dei suicidi in cella è un'ecatombe senza fine. Nessuno tra politici, operatori penitenziari, addetti all'informazione non può non subirne gli effetti sociali e morali". E ricordando i precedenti 57 casi avvenuti nelle carceri delle diverse città d'Italia, Sarno prosegue: "Questi 58 corpi esanimi dovrebbero rappresentare 58 macigni sulle coscienze di chi dovrebbe e potrebbe gestire e risolvere ma non lo fa".
Ci si trova di fronte, incalza, Sarno, a "un dramma umanitario, sanitario e sociale", in cui si delineano "livelli di responsabilità sono diversi e ben delineati", a partire dall'"immobilismo della politica". Il segretario generale della Uil Penitenziari si scaglia poi contro le gravi carenze di agenti ed educatori: alla Polizia penitenziaria "mancano 6.500 unità", a cui si aggiunge la carenza di 600 educatori e 500 assistenti sociali. Il tutto in un contesto in cui i detenuti sono circa 25.000 più del dovuto e le carceri sono in "condizioni degradate e invivibili". Per Sarno, l'insieme di questi elementi si trasforma in "humus in cui prosperano disperazione, depressione e violenza". E conclude: "Forse è giunta davvero l'ora di dire a chiare lettere che la tanto reclamata e propagandata riforma della giustizia non può prescindere da una incisiva e concreta attenzione risolutiva verso il mondo penitenziario".