Il cuore di Daniele Franceschi è rimasto in Francia. Insieme a cervello, polmoni, reni e una parte del fegato. È un cadavere svuotato di gran parte degli organi e ormai reso irriconoscibile dalla decomposizione quello che ieri mattina si trova di fronte il medico legale Lorenzo Varetto, consulente di parte degli avvocati della famiglia Franceschi, nell'obitorio dell'ospedale Versilia di Lido di Camaiore dove si effettua la prima autopsia "italiana" sui resti del giovane viareggino misteriosamente morto in una cella del carcere di Grasse.
"Partendo da un'ipotesi di morte per infarto è impossibile capire che cosa sia successo a Daniele Franceschi mancando l'organo più importante, il cuore" spiega di il medico legale. Il primo esame autoptico sul corpo permette però di chiarire alcuni punti oscuri. Contrariamente a quanto ipotizzato nei giorni scorsi non ci sono fratture del naso e non c'è stata nessuna asportazione dei bulbi oculari. Gli anatomopatologi francesi, d'altronde, avevano segnalato nel loro rapporto "un'abrazione rotonda di 0,6 cm alla radice sinistra del naso, irregolare e senza ematomi associati ne fratture delle ossa palpabili...". E il prelievo del cuore e degli organi è così chiarito da Varetto: "È un atto dovuto che prova che l'autopsia da parte francese è stata fatta con grande scrupolo". Il medico legale della famiglia Franceschi conferma inoltre che esternamente sul corpo non ci sono tracce di violenza.
Tutto ciò però non assolve le autorità carcerarie di Grasse dalle responsabilità per il decesso di Daniele Franceschi. Ad accusarle è il rapporto degli stessi medici legali francesi, ricevuto pochi giorni fa dall'avvocato Maria Grazia Menozzi, il legale di Cira Antignano, la mamma. Nove pagine in cui viene descritta l'autopsia del 31 maggio nella morgue dell'ospedale di Nizza. A pagina 3, ricostruendo i momenti precedenti alla morte, gli anatomopatologi riportano i risultati dell'elettrocardiogramma a cui Daniele fu sottoposto la mattina del 25 agosto, poche ore prima di morire. "Il 25 mattina il detenuto è stato esaminato dal medico della stabilimento penale, dottor Estrade, che gli ha praticato un elettrocardiogramma e un esame del sangue che ha rilevato le transamine normali e una troponina a un valore di 0,17 quando quella normale è a 0,06".
È quest'ultima frase che inchioda i responsabili del carcere di Grasse. "L'aumento dell'enzima cardiaco è un evidente segnale di un infarto in corso - spiega Varetto - qualsiasi medico italiano avrebbe immediatamente fatto ricoverare il paziente in ospedale. Il dottore Estrade invece ha rispedito Daniele nella sua cella. Nonostante il giovane, il giorno prima, avesse disperatamente chiesto di essere visitato con un biglietto lasciato nella cassetta della posta interna al carcere. L'ipotesi sempre più consistente è quindi che Daniele Franceschi sia stato ucciso dall'indifferenza dei suoi carcerieri. Omissione di soccorso e colpa professionale potrebbero essere quindi i titoli di reato che presto la magistratura francese potrebbe contestare al medico e al direttore della Maison d'Arret di Grasse. Sulla vicenda però ha aperto un'inchiesta anche la procura di Lucca. Il fascicolo "contro ignoti" è stato affidato al pm Fabio Origlio che per ora procede per omicidio colposo.