Le dichiarazioni rilasciate ieri dal procuratore di Grasse, Jean-Michel Caillau, hanno avuto l'effetto di una bomba sul caso di Daniele Franceschi, il giovane viareggino morto il 25 agosto scorso in circostanze poco chiare nel carcere della cittadina francese dove era detenuto da febbraio con l'accusa di avere utilizzato una carta di credito falsa in un casinò di Cannes.
"È stato assolutamente escluso dall'autopsia che Daniele Franceschi abbia subito percosse in carcere" e "non c'è nulla di irregolare nell'inchiesta aperta dalle autorità francesi sulla morte di Daniele Franceschi": frasi, quelle del procuratore, che hanno fatto sobbalzare la madre del giovane, Anna Cira Antignano, che da quasi due mesi si batte con tutte le forze per sapere la verità. Frasi che hanno subito innescato un 'botta e rispostà a distanza fra inquirenti francesi e legali italiani.
"I risultati delle perizie tossicologiche - ha aggiunto il magistrato - mi saranno comunicati il 31 ottobre, quelli dell'analisi anatomo-patologica il 15 novembre, ma è una data che slitterà perché serve più tempo. Con quei risultati in mano analizzeremo tutte le ipotesi possibili e tutti gli elementi che abbiamo. Come la decisione del medico del carcere di non ricoverare il giovane in ospedale dopo il malessere che aveva lamentato poche ore prima di morire". Un particolare, questo, subito contestato ieri da uno dei due legali della famiglia di Daniele, l'avvocato Maria Grazia Menozzi. Il 24 agosto, il giorno prima della morte, Daniele scrisse al service medical chiedendo di essere visitato per un forte dolore al cuore e al braccio sinistro e aggiungendo: "sono sicuro che è una cosa grave". La mattina del 25 agosto - prosegue il legale - gli fecero l'elettrocardiogramma che si rivelò "normale", ma "con un leggero aumento della concentrazione degli enzimi cardiaci". Nel pomeriggio, il decesso!. Infarto? Se sì, Daniele fu soccorso in tempo, visti i preoccupanti segnali del giorno prima? E se invece non fosse stato un infarto?
"È stato assolutamente escluso dall'autopsia che Daniele Franceschi abbia subìto percosse in carcere", ha aggiunto ieri il procuratore francese. "Prima dell'autopsia, la madre aveva ottenuto la possibilità di vedere il cadavere. Fu lì che rilevò una piccola ferita sotto il naso. Una ferita che non ha mai sanguinato e non ha prodotto alcun ematoma. Un taglietto che Franceschi si è prodotto al momento della morte, probabilmente cadendo". Pronta la risposta dell'avvocato Aldo Lasagna, l'altro legale della famiglia. "L'elemento della presunta "piccola ferita al naso" è smentito dalle prime risultanze dell'accertamento esterno compiuto dal medico legale all'ospedale Versilia: si tratterebbe, in realtà, di una rottura del setto nasale. In ogni caso - ha aggiunto Lasagna - quello che sconcerta i familiari è che dalle dichiarazioni degli inquirenti francesi emerga una sorta di anticipazione degli esiti finali di un'istruttoria in corso ed aperta ad ogni sviluppo". Una dichiarazione simile, paradossalmente, l'ha resa proprio ieri il portavoce del Ministero della Giustizia francese, Guillaume Didier. "Nessuna pista deve essere esclusa perché sia fatta luce sulla morte di Daniele".
Intanto anche questo caso sta diventando mediatico e la madre di Daniele, Anna Cira, dopo essere intervenuta ieri a varie trasmissioni televisive e radiofoniche, in attesa di ricevere la chiamata del ministro italiano degli Affari Esteri, Franco Frattini ("ha detto che mi convocherà: aspetto"), stamani a Viareggio incontrerà "Le Iene" di Italia 1, pronte a tornare insieme a lei in Francia. A caccia della verità.