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Daniele Franceschi, 36 anni muore in carcere in Francia
Anna Maria Merlo
Fonte: Il Manifesto, 31 agosto 2010
31 agosto 2010

L'autopsia sul corpo di Daniele Franceschi, cittadino italiano morto in carcere a Grasse il 25 agosto scorso, che avrebbe dovuto aver luogo ieri è stata rimandata di un giorno. Per Milko Paris, dell'associazione Ban Public che ha messo in atto un Osservatorio sui suicidi e sulle morti sospette in carcere, questo è un segnale che le autorità carcerarie francesi hanno qualcosa da nascondere. Secondo Paris, "l'Italia deve chiedere un'autopsia tossicologica, non deve cedere su questo punto" per arrivare a capire cosa è successo a questo trentenne, apparentemente in buona salute, che era in carcere da cinque mesi, dopo essere stato arrestato per una storia di falsificazione di carta di credito nel marzo scorso.
"Stupisce che l'autopsia non sia stata ancora realizzata - afferma Paris - l'Italia ha il diritto di chiedere un'autopsia tossicologica, che sola può determinare se c'è stato un assorbimento eccessivo di medicine", che può essere un atto volontario oppure la conseguenza di una prescrizione sbagliata. "La famiglia - suggerisce - se prende un avvocato può chiedere questo tipo di autopsia". Entrare in carcere in buona salute "non vuol dire niente - aggiunge - perché sono sufficienti delle complicazioni cardiache rivelate dallo stato di stress, dalle condizioni di prigionia". Daniele Franceschi, secondo questo specialista delle carceri francesi, o è stato assassinato oppure ha assorbito una dose eccessiva di medicinali, che può anche essere dovuta a una prescrizione sbagliata oppure soffriva di qualche anomalia che non è stata curata adeguatamente nei mesi passati in carcere. La Procura di Grasse ha negato che ci siano segni di violenza sul corpo di Franceschi.
Le prigioni francesi sono tra le peggiori d'Europa, seconde solo a quelle della Moldova, secondo una denuncia del Consiglio d'Europa. Quest'anno, si sono già verificati 86 casi di suicidi o di morti sospette nelle carceri francesi. La cifra è dell'associazione Ban Public, mentre il ministero della giustizia minimizza. Ma l'attuale ministra, Michèle Alliot-Marie, è stata costretta ad avviare un rinnovamento dei luoghi di detenzione più vetusti. In programma c'è la chiusura di 23 carceri entro il 2017. Verranno sostituite da strutture più moderne. Ma Ban Public denuncia queste nuove carceri, ancora più disumane. Il carcere di Grasse non è vetusto, spiega Paris. "Si tratta di un carcere recente - spiega - di un grande centro penitenziario", caratterizzato, come gli altri, "da sovrappopolazione, dal racket, da traffici di ogni tipo".
La famiglia di Franceschi ha raccontato che Daniele aveva denunciato le condizioni di prigionia, le molestie che aveva subito da parte di altri detenuti. A giugno, in seguito a una denuncia di 6 detenuti del carcere di Caen, un tribunale ha condannato lo stato francese a pagare tra i 500 e i 3mila euro di indennizzo ai carcerati perché costretti a vivere "in condizioni che non rispettano la dignità umana".
Il Comitato dei diritti dell'uomo dell'Onu ha più volte denunciato le condizioni delle carceri francesi. Il governo ha promesso di avere l'intenzione di esaminare "con la più grande attenzione" le raccomandazioni delle Nazioni unite. Ma dalle carceri, anche le più moderne, arrivano informazioni drammatiche. Nel carcere di Mont-de-Marsan, per esempio, tre carcerati si sono suicidiati in quindici giorni nel dicembre scorso. "È la prova che queste nuove strutture non sono adeguate - afferma David Torres, guardia carceraria della Cgt - i detenuti sono qui in celle individuali, ma si sentono ancora più isolati".
Ci sono circa 65mila carcerati in Francia, per una capacità di accoglienza complessiva che non supera i 50mila posti. Così, le celle sono sovraffollate. Vincent Feroldi, cappellano cattolico del carcere di Corbas, racconta: "Per raggiungere la cella più lontana dall'entrata della prigione devo attraversare 19 porte, 18 delle quali devo farmi aprire a distanza, o attraverso un citofono o una videocamera. Quando va bene, il tragitto dura dieci minuti, quando va male venti, o addirittura un'ora quando è il momento della passeggiata".
I parenti di Franceschi hanno denunciato le difficoltà ad incontrare il detenuto Daniele. È la norma nella carceri francesi. "Le preoccupazioni securitarie predominano sempre su quelle umane" denuncia Barbara Liaras dell'Osservatorio internazionale delle prigioni.

La madre: ha il naso rotto, in carcere lo hanno picchiato

"Ho visto la salma di mio figlio, aveva il naso tumefatto, rotto, con una macchia. Lo hanno picchiato". Lo ha detto la signora Cira Antignano, la mamma di Daniele Franceschi, il 36enne carpentiere di Viareggio (Lucca) trovato morto il 25 agosto scorso in una cella del carcere di Grasse, nel Sud della Francia. Una morte, quella di Franceschi, tinta di giallo. Il suo decesso e' stato comunicato alle autorita' italiane soltanto il giorno dopo, addirittura tre giorni dopo al suo avvocato francese. L'uomo aveva scritto nelle scorse settimane alla mamma, dicendo di subire maltrattamenti e soprusi nel penitenziario transalpino, dove era detenuto da circa 5 mesi con l'accusa di utilizzo improprio di carta di credito. Stamattina si e' svolta l'autopsia all'istituto 'Pasteur' di Cannes, alla presenza della signora Antignano, e di personale medico francese. I risultati verranno resi noti nei prossimi giorni, e' stato spiegato.
La madre di Franceschi, che ha potuto vedere la salma del figlio, oltre ad affermare che Daniele "e' stato picchiato, aveva il naso gonfio, rotto" ha anche messo in dubbio la versione del carcere, che ha parlato di morte dovuta a infarto: "Se fosse stato cosi' -ha commentato la signora Antignano- avrebbe dovuto avere il labbro rosso e gonfio, invece il labbro era roseo come una rosa". Nei giorni scorsi la Procura francese aveva affermato che sul corpo di Daniele Franceschi non c'erano tracce di violenza. La signora Antignano ha ribadito la sua richiesta di poter fare esaminare la salma del figlio anche da un medico legale italiano di sua fiducia.

Farnesina: il ministro Frattini segue da vicino vicenda

Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, continua a seguire da vicino, in stretto raccordo con il consolato generale a Nizza, il caso del cittadino italiano Daniele Franceschi. Lo riferisce una nota della Farnesina. Assistiti dal consolato, la madre e lo zio hanno potuto vedere questa mattina la salma del loro congiunto, prima dell'autopsia condotta da due medici forensi francesi, iniziata alle 10.30 e tuttora in corso. I familiari di Daniele Franceschi hanno successivamente incontrato, alla presenza del console generale Chiesa, uno specialista italiano di medicina legale, allo scopo di fare il punto della situazione.