Stefano Cucchi al di là del caso giudiziario, delle polemiche, delle inchieste. Come raccontare la sua storia prima, e non solo durante, la detenzione e il controverso decesso? Attraverso la voce di chi gli ha voluto bene, dalla sorella al nipotino di dieci anni. Attraverso uno spettacolo multimediale che unisce poesia, testimonianze video, teatro.
È questo l'esperimento dell'attore Ugo De Vita, che ha all'attivo molte altre esperienze di teatro civile, dal caso Welby all'uranio impoverito passando per Falcone. La prima nazionale di "In morte segreta. Conoscenza di Stefano" sarà allestita in una cornice d'eccezione, l'auditorium della casa di reclusione Due Palazzi di Padova, il 18 settembre con ingresso dalle 9.45. Le seguenti date saranno a Roma, Milano e Firenze. "Attraverso le parole dei genitori di Stefano, della sorella Ilaria e di chi più gli è stato vicino cerco di raccontare questo giovane che un giorno è uscito di casa per portare fuori il cane e vedersi con un amico e non è mai più rientrato. Arrestato e processato è stato riconsegnato alla famiglia cinque giorni dopo cadavere", spiega De Vita. Il quale, al di là del caso giudiziario, sente l'esigenza e l'urgenza di raccontare perché "è importante che questa non rimanga una morte segreta".
Non c'è polemica tra le pieghe dello spettacolo - come annuncia ancora l'attore - perché "le responsabilità devono ancora essere chiarite e non è questo che volevo raccontare. Mi interessa più che altro conoscere e far conoscere Stefano, un ragazzo di cui tutti conosciamo il nome e la vicenda ma poco più. Voglio mettere in evidenza la natura di questo giovane, anche con testimoni di eccezione, come il nipotino di 10 anni. Ritengo che poter portare questa storia sul palcoscenico sia un regalo che viene fatto a me e al paese".
Ma i progetti di De Vita sul mondo del carcere non si esauriscono qui: "Ho in mente di rendere questo il primo episodio di una trilogia sulla realtà della detenzione. Sto scoprendo che c'è molto da dire e da far conoscere". Lo spettacolo è aperto a un numero limitato di partecipanti (circa 40), per cui è necessario segnalare la propria adesione al direttore di Ristretti Orizzonti, Ornella Favero.