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Sabato 21 agosto, dalle ore 18,00 presidio sotto il carcere di Rovereto, ricordando Stefano Frapporti
assemblea dei familiari, amici e solidali di Stefano Frapporti
20 agosto 2010

Di carcere si muore.

Quando non fisicamente, si muore affettivamente, psicologicamente, moralmente.

Le varie lettere che riceviamo dal carcere di Rovereto descrivono una situazione invivibile e degradante. Parliamo in particolare della sezione femminile.

Questa è la realtà quotidiana: ore d'aria in meno rispetto a quelle previste, celle chiuse tutto il giorno, mancanza di personale medico, sovraffollamento, cibo immangiabile, disposizioni arbitrarie che riducono al minimo il vestiario consentito, prodotti necessari - ad esempio per l'igiene intima - dai costi altissimi (per la gioia delle ditte che li forniscono). A questo quadro si aggiungono i sempre più frequenti rifiuti da parte del magistrato di sorveglianza di concedere liberazioni anticipate e misure alternative a chi ne avrebbe diritto.

Allargando lo sguardo oltre le condizioni carcerarie stesse, è evidente che il carcere assomiglia sempre più al "nuovo" programma sociale previsto per i poveri. Il 27% dei detenuti è composto da tossicodipendenti. Il 38% da immigrati senza documenti. Facciamo un esempio: abolendo la legge Fini-Giovanardi sulle droghe e la Bossi-Fini sull'immigrazione uscirebbero subito 2/3 dei prigionieri! Altro che grandi criminali da cui difendere la società!

Il problema non si risolve certo costruendo nuove carceri. Per invertire questa tendenza ad una società sempre più carceraria è necessario lottare tutti. Dentro come fuori.

Sarà anche questo il nostro modo per ricordare Stefano Frapporti e l'arresto che lo ha ucciso.


SABATO 21 AGOSTO, DALLE ORE 18,00

PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI ROVERETO

Musica, interventi, microfono aperto


assemblea dei familiari, amici e solidali di Stefano Frapporti

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