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Sassari: quattro persone indagate nell'inchiesta per la morte del detenuto suicida
Fonte: La Nuova Sardegna, 23 luglio 2010
23 luglio 2010

Ci sono quattro indagati nell'inchiesta per la morte del detenuto di Alghero, di 53 anni, che si è tolto la vita domenica in carcere impiccandosi con i lacci delle scarpe. Si tratta di tre agenti di polizia penitenziaria (comandante, capo turno e vigilante) e della direttrice. Il reato contestato è quello di omicidio colposo e l'attività di indagine è stata affidata dal sostituto procuratore della Repubblica Maria Grazia Genoese al Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri. Ieri mattina, invece, è stato assegnato l'incarico al medico legale Patrizia Matera per la perizia necroscopica eseguita ieri sera e che ha confermato le cause del decesso.
A parte gli atti dovuti, necessari per l'espletamento delle perizie, il magistrato sta valutando con attenzione alcuni aspetti della tragica vicenda e - come accade in questi casi - l'obiettivo sembra essere quello di appurare se vi è stata o meno una omessa vigilanza. E se altri aspetti - che hanno favorito l'azione del detenuto - possono tornare utili all'attività investigativa e qualificare eventuali responsabilità specifiche. Uno dei particolari oggetto di accertamento riguarda i lacci delle scarpe. Generalmente la regola interna stabilisce che in cella le scarpe debbano essere prive dei lacci e anche in casi particolari - quando viene chiesta l'opportunità di svolgere attività fisica - vengono utilizzate le scarpe con chiusura a strappo.
L'artigiano algherese, in carcere da quattro giorni (era in cella con un altro detenuto), con una accusa infamante - violenza sulla figlia adolescente - si era professato innocente. E anche durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip aveva urlato più volte: "È una infamia". Un peso troppo grande da sopportare, non se la sentiva di andare avanti, di passare in un'aula del tribunale, non reggeva neppure gli sguardi di chi - di fronte a una accusa del genere - ti osserva in un certo modo. Domenica nel pomeriggio ha deciso di farla finita dopo avere rifiutato l'ora d'aria, era solo in cella. Non ha lasciato un biglietto, nessun messaggio. Ora l'inchiesta dovrà chiarire se quella morte in carcere si poteva evitare.