"Situazione al limite della vivibilità e della dignità umana" per l'assessore regionale alle politiche per l'immigrazione Nicola Fratoianni che ieri mattina ha compiuto una visita lunga e articolata, della durata di più di due ore, alle strutture del Cie (il Centro per l'identificazione ed espulsione) di Bari. "Il centro è composto da otto moduli. Li ho visitati tutti - ha detto Fratoianni - e molti li ho trovati inagibili. Stanzoni con problemi igienici funzionali, con assenza di arredi, anche i più elementari, come i tavoli e le sedie. E certo queste condizioni non possono essere ricondotte ai danneggiamenti dell'altra notte, bensì ad una cronica mancanza di investimenti da parte del ministero degli interni. Gli ospiti 'detenuti devono consumare il loro pasto seduti per terra. Ho trovato un degrado insopportabile in queste strutture nelle quali la vita è ben peggiore di quella delle carceri.
Ho chiacchierato e incontrato molte delle 134 persone presenti al momento all'interno del Cie (la capienza massima è di 196 persone), la maggior parte delle quali mi ha raccontato di condizioni inaccettabili per qualsiasi essere umano, di un malessere non solo fisico e logistico ma anche psicologico. Condizioni queste potenzialmente esplosive se sommate al lungo periodo di 'detenzione che gli immigrati devono subire e che certamente complicano di gran lunga anche il lavoro degli operatori".
Fratoianni quindi ha ribadito "l'opposizione radicale ai centri per l'identificazione e l'espulsione dove è del tutto inaccettabile rimanere detenuto e rinchiuso senza avere, spesso e volentieri, commesso alcun reato ma solo per mancanza di documenti. Inoltre abbiamo una legislazione nazionale, la Bossi Fini, che non ha fatto altro che inasprire la situazione portando a sei mesi i termini entro i quali completare le procedure". Nonostante questo però "occorre che il Ministero prenda atto - ha concluso Fratoianni - della situazione e intervenga rapidamente". L'assessore Fratoianni (che ha trovato ampia collaborazione) è stato accompagnato dal direttore dell'Ente gestore del Cie e da funzionari della Prefettura di Bari.