Era appena rientrato da un permesso premio Romano Iaria, l'uomo di 54 anni che la notte scorsa si è impiccato nel carcere di Sulmona. Il sedicesimo suicidio nei sovraffollati penitenziari italiani (circa 67.500 detenuti contro 43mila posti regolamentari) avviene di venerdì Santo in quello che è ormai tristemente noto come il "carcere dei suicidi", dove in dieci anni hanno deciso di farla finita in undici, compresa la direttrice Armida Miserere che nel 2003 si sparò un colpo di pistola alla testa.
Se all'emergenza suicidi il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha tentato di dare una prima risposta con una circolare per l'istituzione di un 'servizio di ascoltò composto da poliziotti penitenziari in grado di supplire all'assenza di psicologi nelle ore serali, al problema sovraffollamento il capo del Dap Franco Ionta dovrà fornire soluzioni nero su bianco entro un mese, termine previsto dall'ordinanza firmata tre giorni fa dal premier Berlusconi in forza della quale Ionta è stato nominato commissario delegato.
Lo stato di emergenza nelle carceri vige ormai dallo scorso gennaio, su deliberazione del consiglio dei ministri. Nel frattempo, però, il numero di detenuti e di suicidi è cresciuto ancor di più. Iaria, tossicodipendente con problemi di salute, non era recluso per scontare una pena, ma perché sottoposto a una misura di sicurezza detentiva, vale a dire l'internamento nella "Casa lavoro" del carcere di Sulmona. La stessa sezione - fa notare l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere - dove lo scorso gennaio si è impiccato anche Antonio Tammaro e in cui si trovano stipate 200 persone in 100 posti. Il Pd, con un'interrogazione al ministro della Giustizia Alfano, chiede se non sia il caso di chiudere una sezione dove gli internati vivono in cella 20 ore al giorno. Mentre i sindacati di polizia penitenziaria, Sappe, Uilpa e Osapp, lamentano le promesse non mantenute dal governo sul fronte dell'assunzione di 2mila agenti in più. "Come può un poliziotto penitenziario da solo controllare 80-100 detenuti?", chiede il segretario del Sappe Donato Capece. Mentre Eugenio Eugenio Sarno (Uilpa) tira le somme su 28 tentati suicidi di detenuti sventati, nonché sul ferimento di 38 poliziotti, due agenti e quattro infermieri aggrediti in carcere.
La tensione sale e l'imminente ritorno del caldo non facilita la situazione. La corsa contro il tempo del piano carceri si pone come obiettivo la creazione di 47 nuovi padiglioni e 18 nuove carceri flessibili (sul modello delle case del post-terremoto all'Aquila) che assieme ad altre strutture penitenziarie (sette probabilmente) porteranno entro il 2012 alla creazione di 21.709 nuovi posti, elevando la capienza massima a 80mila unità.
Nell'ordinanza che affida a Ionta poteri speciali, tali da poter agire in deroga alle normali procedure, con la secretazione delle gare di appalto e avvalendosi della Protezione Civile, è previsto un finanziamento di 500 milioni di euro e ulteriori finanziamenti (circa 100milioni) tratti dai capitoli di bilancio ordinario del Dap e dalla cassa delle Ammende. Da questo budget, tuttavia, dovrà essere decurtata una somma, al momento non definita, per finanziare al massimo 20 consulenze con contratti a tempo determinato da stipularsi 'sulla base di criteri di scelta di carattere fiduciario".
Cgil: chiudere subito Sezione internati di Sulmona
"La presenza degli internati non è compatibile con un carcere di massima sicurezza come quello di Sulmona. La sezione deve essere immediatamente chiusa". Lo chiede la Cgil penitenziari, dopo l'ennesimo suicidio in una cella del carcere peligno.
"Si tratta di persone che avrebbero bisogno di un'assistenza sanitaria più attenta e di un controllo costante - sottolinea Ivana Giardini, delegata Cgil di Sulmona -. Nel carcere di Sulmona non sono garantite né l'una né l'altra cosa, per mancanza di risorse per pagare il personale sanitario e carenza di personale. Di contro c'è un'insostenibile situazione di sovraffollamento, soprattutto di internati, sempre più drammatica".
Subito dopo Pasqua, annuncia Giardini, "chiederemo a tutte le altre forze sindacali un'azione congiunta per arrivare a un incontro urgente con il responsabile del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap), Franco Ionta, affinché provveda a mettere in pratica le promesse fatte in campagna elettorale dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il quale ha detto che sarebbe intervenuto per risolvere le emergenze del carcere di Sulmona". La Cgil annuncia, infine, che insieme alle altre sigle sindacali saranno promosse iniziative di protesta per evidenziare i problemi del penitenziario peligno.
Bernardini: c'è responsabilità del Dap, presenterò interrogazione
"Il Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria, ndr) e il suo capo Ionta, non scarichino le loro responsabilità sulla direzione del carcere di Sulmona. Il detenuto che si è suicidato la notte scorsa era un internato nella casa di lavoro dove il lavoro non c'è, era tossicodipendente, malato di Hiv con problematiche di salute gravissime: che ci faceva in quella struttura, visto che aveva già pagato il suo conto con la giustizia?". È quanto domanda la radicale Rita Bernardini che, a seguito dell'episodio, presenterà "l'ennesima" interrogazione parlamentare.
"Giunge voce - spiega - che irresponsabilmente il Dap voglia scaricare nel supercarcere di Sulmona altre decine di internati provenienti da tutta Italia. Si preoccupi, piuttosto, di non condannare a morte e di non torturare i detenuti come avviene ogni giorno negli istituti penitenziari italiani dove è possibile incontrare solo la morte civile, altro che la rieducazione prevista dalla nostra Costituzione".
L'uomo che si è impiccato a Sulmona "aveva sicuramente bisogno di trattamento - commenta Bernardini - non certo di quello che gli si poteva garantire nel supercarcere abruzzese dove all'ordine del giorno ci sono sovraffollamento, mancanza di mezzi materiali e di risorse finanziarie, carenza di personale di ogni tipo e con una sanità letteralmente allo sfascio. Sulla vicenda presenterò l'ennesima interrogazione che non riceverà la risposta del governo, come è ormai d'abitudine, nonostante che il regolamento della Camera fissi in 15 giorni il termine entro il quale deve arrivare la risposta".
Di Giovan Paolo (Pd): serve garante nazionale detenuti
"Di fronte all'ennesimo caso di suicidio in carcere, bisogna dare impulso all'approvazione della figura del Garante dei detenuti a livello nazionale, già presente in molte regioni". Lo afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, segretario della Commissione Affari Europei. "È una figura fondamentale - aggiunge - che dovrà lavorare assieme alle autorità locali e ai magistrati di sorveglianza per risolvere quelle criticità presenti in tanti istituti penitenziari".
Petrilli (Pd): chiudere sezione internati
"Le tante denunce, le tante interpellanze presentate per far chiudere la sezione internati (casa lavoro), non sono servite a nulla": è il commento di Giulio Petrilli, responsabile provinciale del Dipartimento diritti e garanzie del Pd dell'Aquila, sull'ennesimo suicidio di un detenuto nel carcere di Sulmona. In maggioranza, sottolinea in una nota Petrilli, i suicidi "avvengono nella cosiddetta casa lavoro, dove si trovano 200 dei 400 detenuti. Come era è rimasto, un luogo senza speranza, una sezione che è un misto tra carcere, manicomio, inferno".
In realtà, spiega l'esponente del Pd, "il lavoro non c'è, è solo per pochi e per poche ore, con stipendi dai 30 euro mensili a un massimo di 80. Celle di nove metri quadri per tre persone".
Nel carcere di Sulmona, ricorda Petrilli, "ci sono tanti in serie difficoltà psicologiche e psichiche, ma non c'è nessun supporto. Ci sono le sezioni Eiv (elevato indice sorveglianza), As (alta sicurezza), sezione penale con diversi ergastolani (oltre 70), il giudiziario, la casa lavoro e una sezione per pentiti. È chiaramente difficilissimo - conclude - gestire un carcere con questa complessità".
Sappe: urgentissima applicazione piano carceri
"Quello del detenuto Romano Iaria, 54 anni, di Roma nel carcere di Sulmona è, a quanto ci risulta, il sedicesimo suicidio avvenuto dall'inizio dell'anno nelle carceri. Ed è avvenuto, come gli altri, nel contesto di un combinato disposto (sovraffollamento penitenziario e gravi carenze negli organici della Polizia penitenziaria) che ricade pericolosamente sulle condizioni lavorative dei Baschi Azzurri del Corpo e che impedisce di svolgere servizio nel migliore dei modi. Come può un Agente, da solo, controllare 80/100 detenuti?". È quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione di categoria, alla notizia dell'ennesimo suicidio di un detenuto, questa volta nel carcere di Sulmona.
"Con un sovraffollamento di oltre 67mila detenuti in carceri - aggiunge - che ne possono contenere a mala pena 43mila, accadono purtroppo questi episodi. A Sulmona, ad esempio, dove i posti regolamentari nelle celle sono circa 300, abbiamo quasi 500 detenuti presenti. E se la situazione non si aggrava ulteriormente è grazie alle donne e agli uomini del Corpo che, in media, sventano ogni mese 10 tentativi di suicidio (molte centinaia ogni anno) di detenuti nei penitenziari italiani". Capece ricorda che, sino ad ora, il corpo di Polizia penitenziaria, i cui organici sono carenti di oltre 6mila unità, ha mantenuto l'ordine e la sicurezza a costo di enormi sacrifici personali e mettendo a rischio la propria incolumità fisica.
"L'intero corpo di Polizia penitenziaria è allo stremo - conclude il segretario generale Sappe: servono iniziative concrete sulle criticità penitenziarie. In questo contesto è necessario avere garanzie che il Piano carceri del governo trovi una prima urgentissima applicazione nelle parti in cui si prevedono interventi normativi che permettano l'assunzione di 2mila agenti di Polizia penitenziaria e l'introduzione della possibilità di detenzione domiciliare per chi deve scontare solo un anno di pena residua e di messa alla prova delle persone imputabili per reati fino a tre anni, che potranno così svolgere lavori di pubblica utilità".