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i famigliari di Cucchi; ucciso da chi lo doveva salvare
Fonte: Ansa, 19 marzo 2010
20 marzo 2010

Chi lo doveva salvare lo ha abbandonato, trascurato, dimenticato fino a farlo morire. Il giorno dopo le conclusioni della Commissione di inchiesta sul caso Cucchi, che ha decretato che il giovane morì di fame e sete, la famiglia e i legali del ragazzo romano, arrestato per droga e morto il 22 ottobre all'ospedale Pertini dopo una settimana di agonia, puntano il dito contro chi "aveva in custodia Stefano in ospedale". E stanno valutando di presentare un esposto alla Procura per omicidio volontario.

"Alla luce di quanto si evince dalla relazione della Commissione Parlamentare, dall'inchiesta condotta dal Dap e da quanto emerso nel corso delle indagini dal momento della morte ad oggi - spiega la sorella di Stefano,Ilaria - i nostri legali stanno valutando l'ipotesi di presentare un esposto alla Procura nei confronti di tutti coloro che hanno avuto in custodia Stefano al Pertini e che, pur accorgendosi della gravità delle sue condizioni, non sono intervenuti per salvargli la vita".

"La continua mancata assistenza e il contestuale isolamento hanno reso possibile, concretamente probabile e prevedibile il verificarsi della morte, di cui si è accettato il rischio, continuando a mantenere comportamenti omissivi e illeciti, come nel caso della Thyssenkrupp. In questo quadro - conclude la sorella di Stefano Cucchi - assumerebbe rilievo la pratica pantomimica della rianimazione di Stefano già morto da ore".

Ed l'avvocato Fabio Anselmo rileva che ora oltre al pestaggio si aggiunge un altro grave problema morire di fame e di sete in ospedale, in una situazione di isolamento illegittima perché il ragazzo stava male e aveva chiesto di parlare, come prevede la legge, col suo avvocato, è assurdo. E ricorda la lettera scritta dalla direzione sanitaria ad un giudice due giorni prima che Stefano morisse in cui si chiede il trasferimento in un'altra struttura. 'Una lettera - conclude Anselmo - mai pervenuta al giudice e rimasta nel cassetto".

Protesta per la fuga di notizie l'avvocato Gaetano Scalise, difensore di Aldo Fierro, indagato per omicidio colposo e responsabile del reparto penitenziario dell'ospedale Sandro Pertini. La Commissione parlamentare ha fornito elementi alla stampa prima di depositare la relazione in Procura, ha dichiarato Scalise. Pronta la replica del presidente della commissione Ignazio Marino: "le notizie che circolano sulla stampa derivano dalla legittima veicolazione, da parte dei Commissari, dei contenuti della relazione conclusiva dell'inchiesta parlamentare". Per la morte di Stefano Cucchi il 13 novembre scorso sei persone ricevettero altrettanti avvisi di garanzia: tre agenti di polizia penitenziaria e tre medici dell'ospedale Sandro Pertini, i primi tre per omicidio preterintenzionale, i secondi per omicidio colposo. Il 16 dicembre altri tre medici dell'ospedale Sandro Pertini di Roma finirono sotto inchiesta, sempre per l'ipotesi di reato di omicidio colposo.