Un detenuto del supercarcere di Sulmona, in provincia dell'Aquila, si è suicidato nella sua cella. Si chiamava Antonio Tammaro, aveva 28 anni ed era originario di Villa Literno, in provincia di Caserta. Il cadavere è stato scoperto in serata dagli agenti di custodia. L'uomo era sottoposto alla misura restrittiva della libertà personale per accertata pericolosità sociale.
Tammaro, che occupava una cella da solo, era tornato in carcere mercoledì dopo un permesso premio. Si è impiccato, legando le lenzuola alla grata della sua cella. Sulla vicenda il sostituto procuratore della Repubblica di Sulmona, De Siervo, ha avviato un'inchiesta. Il detenuto è stato soccorso dagli agenti di polizia penitenziaria, che lo hanno portato all'infermeria del carcere dove poco dopo sono arrivati i sanitari del 118, ma ormai l'uomo era già morto.
Il supercarcere di Sulmona - oltre 500 detenuti - è tragicamente conosciuto come "il carcere dei suicidi": dieci, in quindici anni. Fra i quali anche quello della direttrice del penitenziario Armida Miserere, che si tolse la vita il 19 aprile del 2003 sparandosi un colpo di pistola alla testa, e quello del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, trovato nella sua cella il 16 agosto del 2004 soffocato da un sacchetto di plastica stretto alla gola da lacci per le scarpe. In tutti gli altri casi, i detenuti sono morti impiccati, come il giovane di Villa Literno.
Ha usato i lacci delle scarpe
È quanto emerso dai rilievi della Polizia scientifica di Sulmona effettuati ieri nel tardo pomeriggio, attività coordinata dal vice questore Egidio Labbro Francia consistente in un minuzioso rilievo fotografico già depositato sul tavolo del sostituto della Procura della Repubblica di Sulmona, Federico De Siervo. Il pm notificherà domani alle ore 10 l'incarico all'anatomopatologo Ildo Polidoro che dovrà effettuare l'autopsia sulla salma del detenuto, esame che si svolgerà all'obitorio dell'ospedale di Sulmona tra domani e domenica. Amato Tammaro soffriva di disturbi psichici.