"Con l'archiviazione dell'inchiesta, da parte del tribunale di Perugia, del caso di Aldo Bianzino, morto in circostanze misteriose nel carcere di Perugia la notte tra il 13 e il 14 ottobre 2007 dopo 36 ore dal suo arresto, sarà praticamente impossibile fare luce su una vicenda che ha molti lati oscuri": è quanto sostengono Emma Bonino, Marco Pannella e Rita Bernardini.
Gli esponenti Radicali hanno parlato, in una nota congiunta, di "esiti discordanti delle due autopsie che furono fatte immediatamente dopo il decesso. Infatti il primo esame autoptico - hanno aggiunto - escluse patologie cardiache pregresse e mise invece in evidenza lesioni agli organi interni, presenza di sangue nell'addome e pelvi, lacerazione epatica, lesioni all'encefalo, a fronte di un aspetto esterno indenne da segni di traumi; un secondo esame autoptico, del novembre 2007, accreditò la tesi della rottura di un aneurisma cerebrale. Furono sempre riscontrate lesioni epatiche e la presenza di sangue nell'addome. Pur accettando l'ipotesi del medico legale, si affermò che l'emorragia cerebrale potesse essere stata causata da un forte stress di tipo fisico con improvviso rialzo della pressione".
"Le conseguenze di questo decesso in carcere - hanno sostenuto Bonino, Pannella e Bernardini - sono state per la famiglia di Aldo Bianzino drammatiche: pochi mesi dopo la suocera di Aldo morì e da pochi mesi è morta di dolore anche la compagna Roberta. Il figlio Rudra, minorenne, rimasto solo con lo zio Ernesto, si trova ora senza nonna e genitori. Ci sorprende questa decisione del Tribunale di Perugia, cercheremo di capire cosa ha spinto i magistrati a questa decisione dell'archiviazione che era già stata proposta in altre due occasioni. Saremo al fianco del nostro compagno, iscritto a Radicali italiani, Rudra Bianzino che al nostro ultimo congresso ci chiese di aiutarlo nella ricerca della verità di quanto accaduto a suo padre Aldo".